Se stasera non c'è nulla di convincente in tv, potreste allietarvi su RaiPlay con “Come stanno bene insieme”. È una fiction Rai di sole tre puntate datata 1989 e con la regia di Vittorio Sindoni. La trama mostra con toni comici e agrodolci una crisi di coppia, dopo un ventennio di matrimonio. Si tratta di un titolo un po' dimenticato della fiction italiana. Tuttavia, va recuperato per il fascino indiscusso dei suoi protagonisti, Stefania Sandrelli e Sergio Castellitto.
La storia vede al centro, Luisa e Ugo. I due sono uniti in matrimonio da circa un ventennio: la loro relazione è però consumata dall'abitudine, fino a che Luisa non scopre che lui ha una storia con un'altra e decide di lasciarlo. Così facendo, rompe lo stereotipo della moglie dedita unicamente alla famiglia e comincia una nuova vita sola, trovando un lavoro soddisfacente e riscoprendo autonomia, voglia di realizzazione e amicizie.
A Ugo, invece, le cose vanno molto peggio: va in crisi, non regge il quotidiano, comincia a capire cosa significhi la solitudine e si pente dei propri errori, capendo di essere ancora legato a Luisa da un sentimento d'amore. La fiction si chiede dunque che cosa significa veramente “stare bene insieme” in seguito a una relazione tanto lunga.

Su RaiPlay recupera Come stanno bene insieme: Stefania Sandrelli e Sergio Castellitto raccontano la difficile vita matrimoniale
Sandrelli costruisce una Luisa trattenuta, mai vittimistica. È una donna che ha vissuto troppo a lungo in funzione degli altri e ora si sposta di lato, fuori casa e fuori ruolo. Attorno a lei si muovono personaggi di contorno: Frédéric Andréi, Francesca Cassola e Linda Celani. Dall’altra parte resta Ugo. E Castellitto lo interpreta senza renderlo un mostro perché in fondo non è cattivo: è solo fragile e cresciuto in un modello che gli ha insegnato a essere servito, non a condividere. Nel cast compaiono anche Carlo Monni e Luigi Diberti, caratteristi capaci di alleggerire senza sminuire.
Il titolo della miniserie è una trappola: Come stanno bene insieme è ironico, quasi crudele perché racconta esattamente il contrario. Stare bene insieme non è uno stato, ma una costruzione pronta a crollare in qualsiasi momento. La Rai di quegli anni sperimenta, si allontana dal modello rassicurante e inizia a raccontare separazioni, crisi ed emancipazioni.
Questa miniserie non è un evento, non ha vinto premi e non ha fatto record di ascolti, eppure è rimasta nella memoria di chi l’ha vista. Per Stefania Sandrelli è una tappa coerente: dopo il cinema, la televisione diventa spazio di racconto femminile. Per Sergio Castellitto è un passaggio decisivo: qui affina quella vulnerabilità che esploderà negli anni Novanta. Non c’è nostalgia in questa visione, ma riconoscimento: molte dinamiche sono ancora le nostre, dalla divisione dei ruoli al lavoro invisibile delle donne. Ma anche la solitudine maschile dopo la separazione. Rivederla oggi su RaiPlay significa riscoprire una fiction che sa colpire.
