Su RaiPlay il film più tenero e spiazzante di Lino Guanciale: ti entra nel cuore in soli 10 minuti

Su RaiPlay ci sono delle chicche nascoste che spesso passano inosservate, cancellate dai grandi titoloni, dalle fiction più forti o dai kolossal che affascinano sempre per la loro magia. Ancora meno valutati sono i cortometraggi, una forma d’arte poco compresa da tanti. In verità si può dire che – dal punto di vista della regia o della recitazione – realizzare un filmato breve è più difficile che fare un film. Bisogna concentrare tutta la narrazione in un breve arco temporale. Proprio per questo non tanti ‘director’ osano sperimentare questo genere. Ma c’è chi lo fa, per fortuna, e anche bene.

Così possono nascere prodotti come Slow, un cortometraggio disponibile sulla piattaforma streaming della Rai, in grado di ‘entrarti nel cuore’ e ‘devastarti’ in soli 10 minuti di visione. I protagonisti sono anziani, tuttavia tra di loro c’è anche un personaggio giovane che si distingue e che ha il volto del nostro amato e cupo Commissario Ricciardi: Lino Guanciale. Proprio lui riesce a dare vita a un ruolo completamente diverso da quello televisivo e a regalare un’interpretazione come sempre perfetta.Accanto a lui compaiono Raffaella Panichi, Luigi Diberti, Bruno Gambarotta e Ilaria Porcelli. Tutti guidati dalla regia sensibile di Giovanni Boscolo e Daniele Nozzi, due voci giovani che negli ultimi anni hanno conquistato spazio e riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Rai Cinema Channel. Ma procediamo con ordine. Ecco di cosa parla Slow e perché se ne consiglia la visione su RaiPlay.

Al centro di tutto c’è una donna anziana di nome Marisa, che vive un momento naturale e al tempo stesso drammatico della sua vita: quello della pensione. Chiunque, quando smette di lavorare, comincia a sentire il peso dell’età e la noia derivante dal non dover più fare delle cose per forza. La sua casa è piena di oggetti, ma il suo tempo è improvvisamente vuoto. I giorni scorrono lenti e non sa più trovarsi. Tutto cambia quando viene coinvolta in un’organizzazione di pensionati che vuole risolvere i misteri del traffico stradale. È un’idea surreale e decisamente comica, ma funziona.

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Lino Guanciale in Slow su RaiPlay

Su RaiPlay Slow con Lino Guanciale: un corto che cura le ferite, illumina la terza età e ispira chi arriva dopo

Il corto funziona perché parla della vita con un’immagine semplice: il traffico non è solo traffico, ma anche immobilità e paura, quel senso di ‘blocco’ che spesso capita di avere nella vita.  Lino Guanciale entra nella storia con delicatezza. Il suo personaggio, Marco, è una presenza lieve che apre uno spazio nuovo. Basta uno sguardo e una frase. È così che Guanciale mostra qualcosa che i suoi fan vedono raramente: un’umanità luminosa, mai gridata, che vive nei dettagli. Tutto funziona in questo piccolo film. Il risultato è un racconto che non ha fretta. E così la lentezza – come ripete il titolo – diventa un dono, un modo diverso di guardare la realtà e un invito, rivolto a chi guarda, a smettere di correre per un attimo.
Slow ha lasciato un segno profondo nel cinema breve italiano perché propone una rappresentazione diversa della terza età, lontana dalla ‘classica’ tristezza. Racconta gli anziani con dignità, ironia e quella leggerezza rara che permette di parlare delle fragilità senza ferire. Il corto ha influenzato nuove produzioni italiane che oggi cercano lo stesso tono intimo, poetico e positivo. Il bello di Slow è che dura dieci minuti, ma lascia un’eco lunga.

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