Non esiste altrove: su RaiPlay il film più crudo e struggente di Marion Cotillard, gioiello drammatico del cinema francese

Un sapore di ruggine e ossa su RaiPlay non è solo un film: è una ferita che pulsa, un racconto di carne e rinascita. Diretto da Jacques Audiard nel 2012, con una straordinaria Marion Cotillard (di recente tornata al cinema con Inception) e l’intenso Matthias Schoenaerts, è ora disponibile sulla piattaforma web della Rai. E vederlo oggi significa ricordare perché il cinema europeo continua a scuotere dove quello americano consola.

Il film, tratto da una raccolta di racconti dello scrittore canadese Craig Davidson, è un dramma potente e carnale. Audiard non teme la sofferenza. La guarda negli occhi, la filma da vicino, la trasforma in linguaggio universale. È un cinema che non si accontenta di commuovere: ti costringe a sentire, a respirare con i suoi personaggi. Stéphanie, addestratrice di orche, subisce un incidente terribile durante uno spettacolo e perde l’uso delle gambe. Ali, padre single, vive di lavori precari e di rabbia trattenuta. Due destini spezzati si incrociano per caso, due corpi feriti si riconoscono. Nasce così un legame ruvido e tenero, fatto di silenzi, di cura, di attrazione. Una storia d’amore che non salva, ma ricostruisce.

La Marion Cotillard di questo film non è solo un’attrice, ma un corpo che diventa simbolo. Il dolore fisico di Stéphanie, unito alla sua rinascita, si fonde con la fragilità di chi sceglie di vivere nonostante tutto. L’uso magistrale degli effetti visivi e delle protesi rende la performance ancora più reale. Non c’è pietismo, solo potenza. Accanto a lei, Matthias Schoenaerts regala un Ali vulnerabile e feroce, un uomo che lotta contro il mondo ma che impara a toccare senza distruggere. Il piccolo Armand Verdure, nel ruolo del figlio Sam, aggiunge una dimensione di innocenza e speranza. Tra gli altri interpreti: Céline Sallette, Corinne Masiero e Bouli Lanners.

La regia di Jacques Audiard è pura alchimia. Con la collaborazione alla sceneggiatura di Thomas Bidegain e la colonna sonora di Alexandre Desplat, il film si muove tra brutalità e grazia. Ogni inquadratura vibra di vita. Ogni gesto diventa preghiera. È cinema che sporca e illumina insieme.

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Un sapore di ruggine e ossa su RaiPlay

Su RaiPlay Un sapore di ruggine e ossa: un capolavoro che ha cambiato il modo di raccontare il dolore

Un sapore di ruggine e ossa fu presentato in concorso al Festival di Cannes 2012 e ricevette applausi unanimi. Nel 2013 ottenne quattro Premi César: miglior attrice, miglior sceneggiatura adattata, miglior colonna sonora e migliori effetti visivi. Marion Cotillard venne nominata anche ai Golden Globe e ai BAFTA, confermando una delle prove più emozionanti della sua carriera. Ma il valore del film non si misura solo nei premi. Sta nel suo impatto. Dopo Audiard, la rappresentazione della disabilità sul grande schermo non è più la stessa. Il dolore non è più soltanto limite: diventa linguaggio, possibilità, desiderio. Il corpo non è oggetto di compassione, ma strumento di verità. E in quella verità si riconosce la vita di tutti.

Molti registi europei, da Lukas Dhont a Valérie Donzelli, hanno ripreso quell’approccio carnale al realismo, quella scelta di mostrare la fragilità come forma di forza. Anche Audiard, nei suoi film successivi come Dheepan e Les Olympiades, continuerà a raccontare personaggi ai margini che cercano redenzione attraverso il contatto umano.

Una curiosità: la scena in cui Stéphanie torna davanti alle orche, con le mani tese e gli occhi lucidi, è stata girata con una combinazione di effetti digitali e movimenti reali. È uno dei momenti più commoventi del cinema moderno, un atto di coraggio e libertà assoluta.

Oggi, rivederlo su RaiPlay è come ritrovare un film che parla ancora al presente. In un’epoca di immagini perfette e amori filtrati, Un sapore di ruggine e ossa ci riporta al contatto vero, alla carne, alla perdita, alla cura. Ricorda che l’amore non è guarigione, ma resistenza. E che la bellezza non è nei corpi intatti, ma in quelli che hanno imparato a ricominciare. Marion Cotillard firma qui una delle sue interpretazioni definitive. Lo sguardo perso tra l’acqua e la luce rimane impresso, come una ferita che non vuoi chiudere. Un film che non consola, ma che accompagna. Crudo, struggente, indimenticabile. Su RaiPlay per un tempo limitato: da non perdere, perché non esiste altrove un racconto così vero sull’amore che nasce dal dolore.

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