La Rai e Mediaset se ne sono liberate troppo in fretta, eppure “La Corrida” è ancora uno dei format più vivi, umani e autentici della televisione italiana.
La Corrida: il ritorno su Nove e l’energia di Amadeus
Mercoledì 5 novembre 2025, su Nove, è tornata in onda La Corrida con Amadeus. Una diretta vera, pulsante, quasi anacronistica nella tv dei filtri e degli algoritmi. Lo show dei “dilettanti allo sbaraglio” ha riportato sullo schermo quella spontaneità che sembrava perduta. In prima serata, il conduttore ha ripreso in mano la storica eredità di Corrado Mantoni, mantenendo la formula intatta: il pubblico con mestoli e fischietti, le esibizioni senza rete, e l’applauso sincero di chi non finge. Accanto a lui, la novità: Tina Cipollari come giudice vip. Una scelta azzeccata, capace di rompere gli schemi e portare ironia al momento giusto.
La prima puntata ha raccolto 528.000 spettatori e uno share del 4,3%. Non numeri da capogiro, ma una base solida per uno show che punta più al cuore che alle cifre. In un panorama televisivo dove contano i format perfetti e le luci calibrate, La Corrida resta un piccolo atto di resistenza.
La magia delle persone comuni
Perché “La Corrida è fortissima”? Perché parla di noi. Delle persone che non hanno paura di mettersi in gioco, di sbagliare, di ridere di se stesse. Il vero motore dello show non è Amadeus, non è la scenografia, non è nemmeno la nostalgia. È l’umanità disordinata che riempie il palco, quella che non si programma e non si addestra.
La nuova edizione ha mostrato ancora una volta la varietà incredibile di questa umanità: c’è chi canta fuori tempo, chi balla con entusiasmo contagioso, chi porta in scena sogni mai sopiti. Non è un caso se, sui social, molti hanno scritto: “Così dovrebbe essere sempre la televisione: un posto dove puoi sbagliare e divertirti”.
Rai e Mediaset, un’occasione mancata
Quando la Rai e Mediaset decisero di archiviare “La Corrida”, sembrava una scelta inevitabile: il pubblico era cambiato, dicevano. Ma forse è la tv ad essersi allontanata dal suo pubblico. Mentre i format si fanno sempre più costruiti, La Corrida su Nove dimostra che la gente ha ancora voglia di autenticità. È uno show imperfetto, sì. Ma anche profondamente umano. E oggi la sua imperfezione è la sua forza. In un mare di reality patinati e talk show infiniti, La Corrida riporta in scena il coraggio di chi non ha niente da perdere se non la propria timidezza.

Il segreto è di “qualcun altro”
Chi è, allora, questo “qualcun altro”? Sono loro: i concorrenti, il pubblico in sala, la signora che applaude, il ragazzo che fischia, la coppia che ride in salotto. Tutti partecipano a costruire un momento che nessuna regia può prevedere. La Corrida è un rito collettivo che sopravvive perché appartiene a tutti. In ogni stonatura c’è un frammento di vita vera. In ogni applauso sincero, una piccola rivincita di chi non smette di provarci. È la televisione che accoglie, non che giudica. Quella che ti fa sentire parte, anche solo per una sera. Forse è per questo che, nonostante i numeri, La Corrida resta fortissima: perché racconta l’Italia che non si vergogna di essere normale.
