Aileen: Queen of the Serial Killers scuote Netflix: il documentario che tutti guardano (ma pochi dimenticano).
Da pochi giorni su Netflix, Aileen: Queen of the Serial Killers è già tra i titoli più visti della piattaforma, stabilmente al quarto posto nella classifica globale. Un risultato che sorprende solo in parte: la figura di Aileen Wuornos continua a esercitare una forza magnetica, disturbante e irresistibile, capace di catturare milioni di spettatori in tutto il mondo. Diretto da Emily Turner e prodotto da BBC Studios e NBC News Studios, il documentario ricostruisce la parabola tragica di una delle più famigerate serial killer americane, già immortalata sul grande schermo da Charlize Theron in Monster. Ma qui il tono è diverso: non c’è finzione, solo la realtà nuda e cruda.

Interviste dal braccio della morte, archivi mai mostrati e testimonianze dirette fanno di questo film un’esperienza che non lascia scampo. La regista Emily Turner sceglie un approccio lucido ma profondamente empatico. Il documentario non cerca giustificazioni, ma indaga il contesto che ha generato il “mostro”. L’infanzia segnata da abusi, il rifiuto familiare, la vita ai margini: tutto contribuisce a costruire il ritratto complesso di una donna spezzata, intrappolata in un ciclo di violenza e disperazione. Guardare Aileen: Queen of the Serial Killers significa affrontare un viaggio oscuro. La linea tra vittima e carnefice diventa sempre più sottile. Le parole della stessa Aileen, registrate dal carcere, riecheggiano come un monito. Lo spettatore s’interroga su cosa significhi davvero la colpa, e se sia possibile distinguere il male dalla sofferenza.
True crime d’autore: la mano ferma della BBC vola su Netflix
Con una durata di un’ora e 42 minuti, il documentario mantiene una tensione costante. La qualità della produzione è impeccabile: immagini d’archivio restaurate, montaggio serrato, colonna sonora essenziale ma penetrante. Si percepisce la cura di un lavoro pensato non solo per informare, ma per scuotere nel profondo. La collaborazione tra BBC Studios Documentary Unit e NBC News Studios garantisce un equilibrio raro tra rigore giornalistico e potenza narrativa. I produttori Kirsty Cunningham, Liz Cole ed Elizabeth Fischer costruiscono un racconto che alterna la precisione dell’inchiesta alla tensione del thriller psicologico. Dal giorno del debutto, il 30 ottobre 2025, Aileen: Queen of the Serial Killers è diventato un caso. I dati parlano chiaro. Oltre dieci milioni di visualizzazioni nella prima settimana e un’ondata di commenti sui social tra chi lo definisce “disturbante ma necessario” e chi ammette di aver dovuto interrompere la visione per la sua intensità.
Netflix lo propone proprio nel weekend di Halloween, scelta strategica ma perfettamente coerente. L’atmosfera cupa, la tensione psicologica e il peso morale della storia fanno di questo documentario una visione ideale per chi cerca qualcosa che vada oltre il semplice brivido. Un ritratto vero, doloroso e difficile da dimenticare. Guardarlo non è facile, ma è proprio questo il suo valore. Turba, perché racconta l’abisso umano senza sconti. Ma allo stesso tempo affascina, perché costringe a guardare ciò che la società spesso rimuove: la disperazione, la violenza invisibile, la follia che nasce dal dolore. È un documentario che lascia il segno, uno di quei titoli che continuano a lavorarti dentro anche dopo i titoli di coda. Ecco perché, al di là delle classifiche, è già diventato un punto di riferimento per gli amanti del true crime più autentico e per chi crede che anche l’orrore possa avere qualcosa da insegnare.
