L’ultimo film di Dario Argento che ha ‘gelato’ Berlino: guardalo ad Halloween su RaiPlay, ma solo se hai coraggio

Dario Argento, il maestro del brivido italiano riappare con il suo film più personale e malinconico: “Occhiali neri” disponibile gratis su RaiPlay. È la scelta perfetta per la notte di Halloween. Ma attenzione: non è un film per tutti.

Su RaiPlay Occhiali neri: una Roma accecante e un killer nell’ombra

Roma, estate torrida. Un’eclissi oscura la città e il destino di Diana, una escort di lusso che sopravvive per miracolo all’attacco di un serial killer. Ma l’incidente che la salva la lascia cieca. La luce svanisce, e con essa la sua vita di prima. Nel buio, resta solo la paura. Ad accompagnarla c’è Chin, un bambino sopravvissuto alla tragedia, e il cane guida Nerea. Insieme, i due formano un legame tenero e disperato, cercando di sfuggire al killer che continua a braccarli. Le strade di Roma diventano un labirinto di suoni, odori, respiri. Un mondo capovolto, dove anche la speranza ha un suono diverso.

Un cast intenso e un ritorno di famiglia

A dare corpo e fragilità a Diana è Ilenia Pastorelli, sorprendente nella sua interpretazione fisica e autentica. Al suo fianco, Asia Argento interpreta Rita, l’operatrice che la aiuta a riappropriarsi del mondo, mentre il piccolo Andrea Zhang (Xinyu Zhang) porta sullo schermo una dolcezza che disarma. Completano il cast Andrea Gherpelli, Mario Pirrello, Maria Rosaria Russo e Gennaro Iaccarino. Un ensemble sobrio, ma efficace, al servizio di una storia che respira paura e umanità.

RaiPlay
Occhiali neri, su RaiPlay

Presentato a Berlino, accolto con ‘gelo’ e curiosità

“Occhiali neri” è stato presentato fuori concorso alla 72ª Berlinale, nella sezione Berlinale Special. Lì, la stampa internazionale si è divisa: tra chi ha parlato di “ritorno alle origini” e chi ha visto in Argento una malinconia mai così evidente. Niente premi, ma un effetto immediato: la consapevolezza che il re del brivido è tornato, più fragile e umano che mai.

Un ritorno costruito durante il silenzio

La storia di “Occhiali neri” nasce molto prima del 2022. Argento l’aveva scritta anni fa, ma l’ha riscoperta durante il lockdown, insieme alla figlia Asia. Quel periodo sospeso gli ha permesso di rielaborare tutto: paure, ossessioni, la perdita della vista come metafora del tempo che passa. È un film che parla di oscurità esterna e interna, di vulnerabilità, di resistenza. E di un’umanità che si muove a tentoni, ma non smette di cercare la luce.

Visioni, musica e malinconia

La colonna sonora, firmata da Arnaud Rebotini, riporta le atmosfere elettroniche dei grandi classici argentiani, ma con una malinconia nuova. La macchina da presa si muove più lenta, più consapevole. Ogni inquadratura sembra un addio, ogni ombra una carezza. E nella lunga sequenza finale nei boschi, il confine tra incubo e realtà svanisce del tutto.

Occhiali neri: un testamento artistico

Non è un film perfetto. Non lo vuole essere. Ma è profondamente Argento. “Occhiali neri” chiude un ciclo e ne apre un altro, come un lento sussurro che accompagna chi lo guarda verso il proprio buio interiore. Non ha generato un nuovo filone horror, ma ha lasciato una traccia sottile e persistente, come un’eco. In un panorama dominato da effetti digitali e serialità, Argento sceglie l’essenzialità: pochi personaggi, molte emozioni, e la paura che nasce da dentro. È il suo modo per dirci che l’orrore non ha bisogno di mostri. Ci basta aprire gli occhi. Anche se, a volte, sarebbe meglio chiuderli. Guarda “Occhiali neri” su RaiPlay. Ma fallo solo se hai davvero il coraggio di affrontare il buio.

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