Un amore impossibile, un’isola ferita, una guerra che svela la nascita della mafia moderna: stasera in tv alle 21:09 su TV2000 (canale 28), torna “In guerra per amore”, l’opera più matura e rischiosa di Pif. Un film che unisce sentimento, ironia e memoria storica con la delicatezza di chi sa che l’Italia non può dimenticare il suo passato.
In guerra per amore: stasera in tv il film tra sogni e ferite d’Italia
Siamo a New York, nel 1943. Arturo Giammarresi (interpretato da Pif) è un giovane siciliano emigrato in America. Lavora come cameriere e ama disperatamente Flora Guarneri (Miriam Leone), una ragazza promessa a un boss mafioso. Per convincere il padre di lei, Arturo decide di arruolarsi e tornare nella sua terra d’origine, la Sicilia, che intanto diventa teatro dello sbarco degli Alleati. Lì scopre un mondo sospeso tra ingenuità e potere. Incontra soldati, contadini, mafiosi, ufficiali americani. E capisce che dietro la liberazione si nasconde un patto oscuro: gli accordi tra l’esercito alleato e i boss locali, quelli che segneranno per sempre il destino dell’isola e del Paese intero. Con il suo tono dolceamaro, Pif trasforma una pagina di storia in una riflessione civile, piena di umanità. Racconta come la mafia si insinuò nella politica italiana proprio durante la guerra, quando il bisogno di stabilità aprì le porte all’illegalità organizzata.
Un cast luminoso, una regia che osa
Accanto a Pif e Miriam Leone, spiccano Andrea Di Stefano nel ruolo del tenente Catelli, Sergio Vespertino come Saro Cupane, Maurizio Bologna nei panni di Mimmo Passalacqua, e Vincent Riotta in quello di James Maone. Ogni personaggio è scolpito con cura, con un’ironia che non cancella mai la tragedia sullo sfondo. Il film è ambientato tra le campagne siciliane e i villaggi di pietra, luoghi che profumano di verità. Pif dirige con mano leggera, alternando satira e poesia, come solo il cinema italiano sa fare quando sceglie di parlare al cuore.

Riconoscimenti di In guerra per amore: tante nomination ai David di Donatello e botteghino di fuoco
Nel 2017, “In guerra per amore” vinse il Premio David Giovani ai David di Donatello. I giurati, studenti da tutta Italia, lo premiarono per il suo valore educativo e sociale. Il film ottenne anche numerose nomination, tra cui Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Scenografia e Miglior Canzone Originale con “Donkey Flyin’ in the Sky”. Al botteghino sbancò con 4 milioni di euro d’incasso. Un nuovo successo dopo quello di “La mafia uccide solo d’estate”. Ma al di là dei numeri, rimane la forza di un film che parla di verità scomode, con la leggerezza di una carezza e il peso di una denuncia civile.
Curiosità e impatto nel tempo
Molti considerano “In guerra per amore” un prequel ideale del film d’esordio di Pif. Entrambi affrontano la mafia, ma da angolazioni diverse: se nel primo prevale la cronaca contemporanea, qui domina la memoria storica. Il film si ispira anche al vero Rapporto Scotten, documento del 1943 che descrive i contatti tra gli Alleati e la mafia durante lo sbarco in Sicilia. Col passare degli anni, l’opera è diventata un piccolo film di culto, amatissimo da chi cerca nel cinema non solo intrattenimento ma anche consapevolezza. Nelle scuole e nelle rassegne civili viene spesso proiettato come esempio di cinema che educa, che unisce bellezza e memoria. Guardarlo oggi significa riscoprire una parte dimenticata della nostra storia, ma anche riflettere su quanto certi meccanismi del potere non siano mai davvero scomparsi.
Perché vederlo stasera in tv
Perché è un film che non grida, ma resta dentro. Perché racconta la guerra senza eroi e l’amore senza retorica. Perché mostra quanto sia fragile la libertà, e quanto sia facile perderla tra sorrisi, favori e silenzi. Stasera in tv, su TV2000 alle 21:09, “In guerra per amore” è più attuale che mai. È un atto d’amore per l’Italia, un invito a ricordare che la storia non cambia se la si dimentica. Un film che fa ridere, pensare e commuovere. E che ci ricorda quanto coraggio serva per dire la verità, anche con un sorriso.
