Dopo aver compreso il successo di medical drama come Doc, Mediaset entra in gioco. In seconda serata su Canale 5 è sbarcata Brilliant Minds, la serie americana che racconta la mente umana come nessun’altra prima. Una novità che molti spettatori hanno già apprezzato.
Il paragone è inevitabile. Perché dopo il fenomeno Doc – Nelle tue mani, che ha consacrato Luca Argentero come volto simbolo della fiction italiana, era solo questione di tempo prima che qualcuno provasse a replicare quella magia. E questa volta, la risposta arriva proprio da Mediaset. Nel nuovo titolo di punta di NBC, ideato da Michael Grassi e prodotto da Greg Berlanti (l’uomo dietro The Flash e Arrow), il protagonista è Zachary Quinto. Il suo Dottor Oliver Wolf è un neurologo geniale, brillante, ma profondamente tormentato. A differenza del dottor Fanti, che cercava la verità nel cuore dei pazienti, Wolf la cerca nella mente. Ogni caso clinico diventa un viaggio dentro l’inconscio.
Brilliant Minds (originariamente Dr. Wolf) è ispirata al lavoro del celebre neurologo e scrittore britannico Oliver Sacks. È da lui che nasce l’idea di una medicina che non cura solo il corpo, ma anche la percezione, la memoria e la coscienza. Ed è qui che la serie trova la sua unicità: dove Doc affrontava il trauma e la perdita, Brilliant Minds scava nei meandri del cervello e nelle ombre della mente umana. La produzione è elegante, ritmata, con una fotografia che richiama il linguaggio cinematografico. E Quinto – già iconico Spock di Star Trek – porta sullo schermo una sensibilità nuova, più fragile e più complessa. È un medico che non salva sempre, ma che impara costantemente, e questa è forse la chiave che lo avvicina al pubblico europeo.

Non sorprende che Mediaset abbia scelto proprio questa serie per rinfrescare la seconda serata. Dopo anni dominati dalle produzioni Rai – da Doc a Blanca e Màkari – il gruppo di Cologno Monzese prova a rientrare nella partita con una proposta internazionale, raffinata e intelligente. Una scelta che suona come una dichiarazione d’intenti: anche Canale 5 può offrire storie capaci di emozionare e far riflettere.
Del resto, Doc non è solo una fiction. È stato un fenomeno culturale. Dal 2020 ha riscritto il modo di raccontare la medicina in TV, trasformando la malattia in occasione di rinascita e l’ospedale in una metafora dell’anima. Il suo successo ha varcato i confini italiani, conquistando il pubblico internazionale e spingendo Fox e Sony a realizzare un remake americano. Ora, con Brilliant Minds, il cerchio si chiude: il medical torna dall’altra parte dell’oceano, e lo fa con un linguaggio ancora più intimo.
Il tono di Brilliant Minds è più cerebrale, ma non meno empatico. Ogni episodio affronta una patologia neurologica diversa, intrecciandola con i dilemmi personali del protagonista e del suo team. Si parla di mente, ma si finisce sempre per parlare di emozioni. È qui che la serie trova il suo equilibrio, e forse anche il suo punto di contatto con Doc.
Se Luca Argentero ha portato la medicina su un piano umano e spirituale, Zachary Quinto la proietta in una dimensione quasi filosofica. È un cambio di prospettiva affascinante. E per gli spettatori italiani, abituati alla dolce malinconia di Doc, questa nuova serie è una sorpresa che può lasciare il segno.
Mediaset ha deciso di scommetterci, lanciando gli episodi in seconda serata e rendendoli disponibili anche su Mediaset Infinity. Una mossa intelligente: puntare su un pubblico curioso, maturo e pronto a farsi conquistare da un racconto più complesso, ma anche più profondo. Perché alla fine, che si parli di Andrea Fanti o di Oliver Wolf, il vero protagonista resta l’essere umano.
