Stasera in tv il cult senza tempo che ha cambiato per sempre il cinema: emozioni pure che non invecchiano mai

Ci sono film che non hanno bisogno di presentazioni, opere che non si guardano soltanto, ma si vivono, ogni volta come fosse la prima: Ritorno al futuro Parte IIIstasera in tv – è uno di questi miracoli del grande schermo, capace di attraversare generazioni e restare intatto nel tempo. Oggi, mentre torna in onda, sembra ricordarci quanto il cinema possa ancora farci sognare.

Diretto da Robert Zemeckis e scritto da Bob Gale, il film chiude la trilogia iniziata nel 1985, quella che ha trasformato un semplice racconto di viaggi temporali in un fenomeno mondiale. Con le musiche iconiche di Alan Silvestri e la produzione firmata Steven Spielberg, questa terza parte ci trascina nel Far West del 1885, tra locomotive, duelli e un’ultima corsa contro il tempo. Un’ambientazione inaspettata, che mescola il sogno futurista con il respiro epico del western classico.

La storia riprende esattamente da dove l’avevamo lasciata. Il giovane Marty, bloccato nel 1955, scopre che il suo inseparabile amico, lo scienziato Doc Brown, è rimasto intrappolato nel passato. Una lettera misteriosa rivela che si trova nel 1885, minacciato da un fuorilegge chiamato Buford “Cane Pazzo” Tannen. E così parte una missione disperata: salvare Doc, riparare la DeLorean e tornare a casa, prima che sia troppo tardi.

Ma in questo ultimo viaggio c’è molto di più. C’è il senso dell’amicizia, l’idea del destino, la malinconia del tempo che scorre. E soprattutto, c’è l’amore inaspettato di Doc per Clara Clayton, l’insegnante che cambia la sua vita e gli insegna che non tutto si misura in secondi e velocità. Un finale che sa di addio, ma anche di promessa: quella di non smettere mai di inseguire i propri sogni.

Stasera in tv
Stasera in tv Ritorno al futuro Parte III

Stasera in tv Ritorno al futuro Parte III Un addio in stile western che ha fatto la storia

Nel 1990, anno della sua uscita, il film incassò più di 245 milioni di dollari in tutto il mondo. Un risultato enorme per un capitolo conclusivo, accolto con entusiasmo da critica e pubblico. Sui portali di riferimento come Rotten Tomatoes, mantiene ancora oggi un punteggio superiore all’80%. Un dato che testimonia quanto questa storia resti viva e amata, anche dopo più di trent’anni.

Non vinse gli Oscar, ma conquistò candidature importanti come il Premio Hugo per la miglior rappresentazione drammatica e il Premio Giovane Artista per il miglior film d’azione per famiglie. Il brano “Doubleback” degli ZZ Top, che appare nel film, ricevette una nomination agli MTV Video Music Awards. Piccoli dettagli che raccontano la portata culturale di un fenomeno globale.

E poi ci sono le curiosità che solo i veri fan ricordano. Il nome fittizio usato dal protagonista nel West è “Clint Eastwood”, omaggio diretto al mito del cinema americano. Gli animali di Doc portano i nomi di grandi scienziati: Archimede, Galileo e Newton. E la scenografia fu costruita interamente da zero per rendere il villaggio di Hill Valley credibile anche nell’Ottocento. Zemeckis, perfezionista, non lasciò nulla al caso: ogni dettaglio, ogni battuta, ogni sguardo è parte di un mosaico più grande.

Guardarlo stasera in tv è come tornare a un’epoca in cui il cinema sapeva ancora unire spettacolo e cuore. Quando le storie erano scritte con emozione, non con algoritmi. E quando la magia del grande schermo bastava a farci credere che tutto fosse possibile: persino viaggiare nel tempo con una macchina modificata. Ritorno al futuro Parte III non è solo un film. È un rito collettivo, un simbolo, un ponte tra passato e futuro. Ogni generazione ci rilegge dentro qualcosa di diverso: il coraggio, la nostalgia, la voglia di cambiare il proprio destino. E forse è proprio questo il segreto della sua immortalità.

Perché certe storie non finiscono davvero. Restano nei nostri ricordi, nei suoni, nelle frasi che citiamo senza accorgercene. Restano nei sogni di chi ancora crede che il cinema possa cambiare il mondo, un fotogramma alla volta.

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