Scomparso dal grande schermo, è ora su RaiPlay: il film più oscuro con Robert Pattinson, firmato dal genio del cinema

Ci sono film che non cercano di piacere ma ti sfidano, ti disturbano, ti costringono a guardare dentro un abisso che somiglia terribilmente al presente:  Cosmopolis, scritto e diretto da David Cronenberg, è uno di questi ed è ora disponibile su RaiPlay. Questo titolo del 2012 riporta sotto i riflettori un Robert Pattinson diverso da ogni sua versione precedente: lontano dai vampiri di Twilight, immerso in un viaggio gelido nel cuore del capitalismo e della solitudine moderna.

Mentre le sale tornano a celebrare i vent’anni del primo romanzo della saga di Stephenie Meyer, RaiPlay riaccende un’altra luce su Pattinson: quella di un interprete che ha abbandonato il teen idol per farsi simbolo del caos contemporaneo. Cosmopolis non è solo un film, ma una discesa controllata nella follia di un’epoca in cui il potere si misura in byte e il desiderio si consuma dietro vetri oscurati.

Tratto dal romanzo visionario di Don DeLillo, il film di Cronenberg racconta una sola giornata nella vita di Eric Packer, giovane miliardario della finanza. Un uomo che crede di poter prevedere tutto: i mercati, i corpi, persino il tempo. A bordo della sua limousine blindata attraversa una Manhattan congestionata, circondato da proteste, funerali e caos. Vuole solo tagliarsi i capelli, ma finisce per tagliare i fili che lo legano alla realtà.

Dentro quell’abitacolo di lusso, Packer riceve amanti, consiglieri e rivali. C’è Juliette Binoche, nel ruolo della sensuale Didi Fancher, consulente artistica e amante di Eric; Sarah Gadon è Elise, la moglie che non riesce a toccare; Paul Giamatti interpreta Benno Levin, la minaccia finale che attende al capolinea. Accanto a loro Kevin Durand, Samantha Morton, Emily Hampshire e Jay Baruchel: un cast che vibra come un’orchestra sull’orlo dell’apocalisse.

Cronenberg gira quasi tutto il film dentro la limousine, una prigione trasparente dove il protagonista osserva il mondo come un esperimento. Ogni dialogo sembra un saggio sul vuoto. Ogni gesto, un tentativo di dominare la paura. La fotografia fredda, i suoni metallici, la lentezza delle inquadrature creano una tensione costante. È il corpo che si ribella alla mente, il desiderio che implode nella tecnologia. Cosmopolis è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2012. Non vinse premi, ma lasciò il segno. La critica si divise: alcuni lo definirono geniale, altri impenetrabile. Tutti però riconobbero una verità: Cronenberg aveva previsto il collasso dell’era finanziaria prima che il mondo ne percepisse davvero l’odore.

RaiPlay
Cosmopolis, su RaiPlay

Il film che anticipò la crisi dell’anima digitale: Cosmopolis è su RaiPlay

Rivederlo oggi, su RaiPlay, significa guardare un futuro che è già arrivato. Eric Packer, nel suo isolamento, è la perfetta immagine di chi vive connesso ma disconnesso, potente ma vuoto. È il figlio di una società che ha sostituito la carne con l’informazione. Cronenberg, maestro della mutazione del corpo, qui muta anche il linguaggio: asciuga i dialoghi, abolisce l’emozione, trasforma il lusso in deserto.

Il regista canadese, già autore di capolavori come Crash, La mosca e La promessa dell’assassino, trova in Cosmopolis un punto di svolta. Non più solo corpi contaminati, ma anime evaporate. In questa storia di un miliardario che perde tutto senza accorgersene, c’è il DNA dell’intera epoca post-digitale. Un uomo che ha ogni cosa ma non sente più niente.

Pattinson offre una prova magnetica. Lo sguardo glaciale, il volto quasi immobile, la voce piatta ma tagliente. Dentro di lui pulsa un terrore sottile: quello di chi capisce che il potere non basta più. È una metamorfosi recitativa che anticipa i suoi ruoli futuri, da Good Time a The Lighthouse, fino a The Batman. Ogni interpretazione nasce qui, nel vuoto di Cosmopolis.

La sceneggiatura, scritta da Cronenberg in meno di una settimana, riprende quasi parola per parola i dialoghi di DeLillo. È un gesto di fedeltà ma anche di provocazione: i personaggi parlano come macchine che pensano di essere umane. L’eros si mescola alla finanza, il sesso diventa un algoritmo. La celebre scena della visita medica in limousine è un piccolo manifesto: il corpo ridotto a dato, l’intimità sostituita dal controllo.

Le riprese si sono svolte a Toronto, ma la New York che vediamo è un sogno infranto. Le strade sono piene di rivolte, gli schermi traboccano di grafici e notizie. Fuori tutto cambia, dentro tutto marcisce. Così, mentre il capitalismo implode, Packer implode con lui. Non è più un uomo, ma un sistema che cede sotto il proprio peso. Cosmopolis non è un film per chi cerca conforto. È un film per chi cerca senso. RaiPlay lo propone in streaming nel momento giusto, mentre il mondo intero torna a interrogarsi sul valore del potere e sulla fragilità dell’individuo. Guardarlo oggi è come guardarsi allo specchio e scoprire che la limousine di Eric Packer è diventata la nostra casa quotidiana: connessa, brillante, insonorizzata e terribilmente sola.

Un’opera che non consola ma svela. Un film che, più di dieci anni dopo, resta vivo perché ci riguarda tutti. Cosmopolis è la profezia silenziosa di un futuro che non smette di somigliare al presente.

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