Ci sono film che restano addosso, non solo per la trama, ma per il duello silenzioso che mettono in scena: L’inganno perfetto è uno di questi. Martedì 7 ottobre uscirà dal catalogo di Netflix e questa è forse l’ultima occasione per scoprire un thriller raffinato, oscuro, con due giganti come Helen Mirren e Ian McKellen pronti a sfidarsi sul terreno delle emozioni e delle menzogne.
Un thriller elegante, spietato e sorprendente: ancora per poco L’inganno perfetto su Netflix
Diretto da Bill Condon nel 2019, L’inganno perfetto (titolo originale The Good Liar) nasce dal romanzo di Nicholas Searle. È ambientato a Londra, ma i suoi echi si allargano fino alla Berlino del dopoguerra. È un film che usa il passato come lama affilata, tagliando le certezze dello spettatore a ogni nuova rivelazione. Roy Courtnay, interpretato da un magnetico Ian McKellen, è un truffatore elegante, capace di entrare nelle vite altrui con il fascino della menzogna. Incontra Betty McLeish, una vedova colta e gentile con il volto intenso di Helen Mirren. Tra i due nasce un legame fragile e ambiguo, sorvegliato dal nipote Stephen, interpretato da Russell Tovey. Ma quello che sembra un gioco di seduzione diventa ben presto un duello psicologico spietato. Il regista costruisce la tensione con eleganza. Ogni dettaglio diventa indizio. Ogni silenzio diventa un colpo. E il finale, devastante, cambia per sempre la percezione dei personaggi e delle loro maschere.

Un cast leggendario, riconoscimenti e impatto
Vedere insieme Helen Mirren e Ian McKellen è un’esperienza rara. Due leggende del teatro shakespeariano che si incontrano sul set per la prima volta, e danno vita a un duello recitativo che è pura magia. La loro intensità è tale che persino i silenzi diventano eloquenti. A sostenerli, un cast solido che include Jim Carter nei panni del socio Vincent, Mark Lewis Jones e Laurie Davidson. Il film ha ottenuto nomination ai Satellite Awards, ai premi AARP Movies for Grownups e all’Alliance of Women Film Journalists. Nonostante non abbia vinto riconoscimenti di rilievo internazionale, ha lasciato un segno importante nel panorama dei thriller psicologici moderni. Perché dimostra che il cinema con protagonisti over 60 non solo funziona, ma conquista con una forza ancora più autentica.
Curiosità e perché guardarlo oggi
Alcune sequenze girate a Berlino aprono squarci sul passato oscuro di Roy. Non sono semplici flashback, ma chiavi che ribaltano la storia. Lo spettatore crede di sapere, ma non sa mai davvero. Condon gioca con le regole del genere e cita Hitchcock in modo sottile, senza mai copiarlo. L’inganno perfetto è anche un film sul potere della memoria. Su quanto il passato possa tornare a galla e sconvolgere ogni equilibrio. È un racconto che mescola eleganza britannica, suspense hitchcockiana e dramma umano, fino a esplodere in un finale che lascia senza parole. Un colpo devastante, tanto più forte perché arriva quando pensavi di aver capito tutto.
L’impatto sul cinema successivo
Dopo l’uscita del film, diversi thriller hanno provato a replicarne il modello. Non c’è stata una vera “scuola”, ma c’è stato un ritorno di interesse per i racconti con protagonisti maturi, scritti con intelligenza e interpretati da attori di enorme esperienza. L’inganno perfetto ha mostrato che non serve la spettacolarità degli effetti speciali per creare tensione: bastano due sguardi, due silenzi, due giganti che recitano la verità dietro la menzogna. Ecco perché guardarlo oggi, prima che scompaia da Netflix, è quasi un atto necessario. Per scoprire un cinema che non urla ma colpisce. Un cinema che non rincorre mode, ma resta elegante e spietato, fino all’ultimo istante.
