Giorno funesto per il cinema italiano: Netflix cancella 5 capolavori di due registi leggendari, addio a un’eredità irripetibile

Non è una semplice rotazione di catalogo, è un addio doloroso Netflix si prepara a rimuovere – il 14 ottobre – cinque film che hanno scritto pagine indelebili della storia del cinema mondiale. Cinque titoli che significano Federico Fellini e Roberto Rossellini. Due registi che hanno ridisegnato i confini del racconto cinematografico, portando l’Italia al centro del mondo.

La notizia scuote non solo gli abbonati, ma chiunque creda che il cinema sia memoria collettiva. Opere che hanno formato generazioni, da La dolce vita a 8 ½, da Roma città aperta a Paisà, fino a Germania anno zero. Una costellazione di immagini, volti e visioni che hanno plasmato registi come Martin Scorsese, Paolo Sorrentino, Woody Allen, François Truffaut. Non è solo il cinema italiano a perdere un pezzo di sé. È il mondo intero a dover rinunciare, almeno su Netflix, a cinque colonne portanti della settima arte. E la domanda che resta sospesa è: cosa significa cancellare, anche solo da una piattaforma, film che hanno costruito un linguaggio universale?

La dolce vita, 8 ½, Roma città aperta, Germania anno zero e Paisà: perché la loro scomparsa pesa come un vuoto

La dolce vita non è soltanto la passeggiata notturna di Marcello Mastroianni e Anita Ekberg nella Fontana di Trevi. È la fotografia di un’Italia divisa tra sogno e disincanto. Premiato con la Palma d’Oro a Cannes, il film introdusse il termine paparazzo nel vocabolario mondiale e aprì le porte a un nuovo modo di raccontare la società. Vederlo sparire significa dire addio a uno specchio che ancora oggi riflette le nostre fragilità.

Netflix
Marcello Mastroianni ne La dolce vita

8 ½ è l’incubo creativo di un regista in crisi. È Fellini che mette a nudo la fatica di inventare storie, usando il volto ironico e malinconico di Mastroianni. Premiato con due Oscar, ha influenzato musical, film e interi movimenti. Da Bob Fosse a Sorrentino, tutti hanno attinto da quell’universo sospeso tra sogno e realtà. Netflix lo rimuove, ma nessun algoritmo potrà cancellarne l’eco.

Roma città aperta non è solo un film: è un grido. La corsa disperata di Anna Magnani è rimasta impressa nella coscienza collettiva. Rossellini girò con mezzi di fortuna, poco dopo la Liberazione. Ne nacque il manifesto del neorealismo, capace di ispirare Visconti, De Sica e la Nouvelle Vague. La sua assenza dal catalogo è una ferita per chi crede nella potenza del realismo.

Germania anno zero è il volto di un bambino perso tra le macerie di Berlino. Un film girato tra le rovine vere, con attori non professionisti. Premiato a Locarno, resta una delle opere più crude e sincere sul dopoguerra. L’addio a questo titolo su Netflix pesa perché toglie voce a chi non aveva più niente, se non la realtà della distruzione.

Paisà racconta l’Italia liberata attraverso sei episodi che intrecciano lingue, culture, speranze. Una struttura innovativa, quasi documentaria, che influenzò Scorsese e Truffaut. Candidato all’Oscar, vinse il Nastro d’Argento. La sua uscita dalla piattaforma cancella un ponte narrativo tra passato e presente.

Questi cinque film non sono soltanto titoli in un catalogo. Sono testimonianze che hanno fatto da bussola al cinema internazionale. Netflix decide di rimuoverli, ma resta il monito: senza memoria non c’è futuro. Rivederli oggi significa capire da dove veniamo e, forse, intuire dove possiamo andare. L’addio è amaro, ma resta una certezza: nessun algoritmo potrà cancellare l’eco di Fellini e Rossellini. Quei fotogrammi continuano a vivere dentro ogni spettatore che li ha amati. E dentro chi li scoprirà altrove, lontano da Netflix, ma vicino all’anima.

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