Stasera in tv il film che racconta il coraggio, la sfida e l’ossessione. Non solo motori, ma vite in bilico tra gloria e dolore. Su Rai Movie torna Le Mans ’66 – La grande sfida, il titolo originale è Ford v Ferrari, diretto da James Mangold, uscito nel 2019 e diventato subito un simbolo di cinema epico.
La pellicola vinse due premi Oscar nel 2020 (miglior montaggio e miglior montaggio sonoro) e ottenne candidature anche come miglior film. Trionfò ai BAFTA, arrivò ai Golden Globe, conquistò la critica internazionale. È un’opera che non parla solo agli appassionati di motori, ma a chiunque cerchi una storia di uomini che hanno osato sfidare i limiti. Il cuore pulsante del film è la rivalità leggendaria tra la Ford Motor Company di Henry Ford II e la Ferrari di Enzo Ferrari. Una sfida che esplose nella mitica 24 Ore di Le Mans del 1966, quando il colosso americano decise di abbattere il mito italiano sul suo stesso terreno. Una guerra di motori e orgoglio che cambiò per sempre la storia dell’automobilismo.
Trama e personaggi di Le Mans ’66 – La grande sfida: un duello tra uomini e destini
La storia segue due figure reali. Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, ex pilota costretto a lasciare le corse ma con la mente di un genio. E Ken Miles, impersonato da un Christian Bale straordinario, pilota britannico visionario e ribelle, determinato ma segnato da un carattere difficile. La Ford affida a loro una missione quasi impossibile: costruire una vettura capace di sconfiggere la Ferrari sul circuito più estenuante del mondo. Nasce così la Ford GT40, un bolide progettato contro ogni logica aziendale, spinto solo dalla passione e dal sacrificio.
La trama intreccia dramma umano e adrenalina pura. Shelby combatte con i vincoli imposti dal colosso industriale. Miles mette in gioco la sua vita e la sua famiglia. Accanto a lui, la moglie Mollie (interpretata da Caitriona Balfe) e il figlio Peter (Noah Jupe), che osservano con orgoglio e paura. Tutto converge verso la notte di Le Mans, dove motori, lacrime e destino si fondono in un finale indimenticabile.

Un cast stellare e un realismo che travolge
Oltre a Damon e Bale, il film vanta un cast potente: Jon Bernthal nei panni di Lee Iacocca, stratega che spinse la Ford a rischiare tutto. Tracy Letts come Henry Ford II, tra arroganza e fragilità. Josh Lucas nel ruolo di Leo Beebe, antagonista interno al progetto. Remo Girone intenso come Enzo Ferrari, icona italiana che domina la scena pur con poche battute. Le corse sono ricostruite con un realismo sconvolgente. Pochissima CGI, moltissimi stunt. Bolidi d’epoca riportati in pista, rombi autentici, curve girate con maestria. Mangold scelse l’approccio più difficile: restituire la corsa con il sudore e la velocità reali. Il risultato è un’immersione totale, capace di far sentire il pubblico nell’abitacolo accanto a Bale.
Curiosità e riconoscimenti: quando il cinema incontra la leggenda
Il film vinse due Oscar tecnici, ma poteva aspirare molto più in alto. Bale fu candidato ai BAFTA come miglior attore protagonista, riconoscimento meritato per un’interpretazione fisica e intensa. L’attore, famoso per i suoi cambi di peso estremi, dimagrì drasticamente dopo Vice per incarnare Ken Miles. Un impegno che restituì al pubblico un ritratto umano e fragile, lontano dal cliché dell’eroe invincibile. La pellicola incassò centinaia di milioni di dollari e riportò in auge un genere spesso trascurato: il cinema sportivo di alto livello. Non più solo adrenalina, ma cuore, dolore e identità. Dopo Le Mans ’66, altre produzioni hanno osato raccontare il motorsport con la stessa intensità, prendendo esempio dalla fusione perfetta di azione e sentimento.
Un’eredità che va oltre le corse: cosa significa guardare il film stasera in tv
Guardando oggi il film, si capisce perché abbia lasciato un segno. Non racconta solo una vittoria storica. Racconta cosa significhi credere in un sogno quando tutto ti rema contro. Racconta il prezzo del successo, le sconfitte che bruciano, le lacrime di chi resta ai box. Ogni spettatore si ritrova in quell’energia: nel desiderio di superare i propri limiti. Christian Bale, in particolare, dona al film un’anima immortale. Il suo Ken Miles resta impresso come un simbolo di autenticità. Un uomo che correva non per gloria, ma per amore della velocità e della verità. Una prova che infiammò lo schermo e il cuore del pubblico.
Le Mans ’66 – La grande sfida non è solo un film di corse. È una lezione di vita travestita da spettacolo, un fiore all’occhiello del cinema sportivo moderno. E rivederlo stasera in tv significa tornare a respirare quell’adrenalina, a commuoversi per un’epopea che unì ferro, benzina e cuore umano in un’unica, travolgente corsa.
