È davvero l'ultima occasione: Netflix rimuove domani il film più oscuro e avvincente del leggendario Morgan Freeman

Un conto alla rovescia che lascia l’amaro in bocca: Netflix sta per eliminare Il Collezionista – titolo originale Kiss the Girls – e rimane solo un giorno per guardarlo. Domani sarà l'ultimo giorno, poi il thriller non sarà più disponibile in catalogo. Una notizia che scuote i fan del cinema anni Novanta, quelli che ricordano con emozione il volto intenso di Morgan Freeman e la forza ribelle di Ashley Judd.

Il film, diretto da Gary Fleder nel 1997, è tratto dall’omonimo romanzo di James Patterson e segna la prima apparizione sul grande schermo di Alex Cross, uno degli investigatori più amati della narrativa thriller americana. Non è un semplice titolo che scompare: è un pezzo di storia del genere, un tassello che ha ispirato altre pellicole e che ha influenzato intere generazioni di registi.

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Il Collezionista, su Netflix

Trama, cast e impatto di un cult dimenticato: Il Collezionista, ancora fino a domani su Netflix

La vicenda parte da un dolore personale. Alex Cross, psicologo forense di Washington, scopre che la nipote Naomi è stata rapita nella Carolina del Nord. Le indagini portano a un serial killer che si fa chiamare Casanova. L’uomo colleziona giovani donne di rara bellezza, tenendole prigioniere in un covo sotterraneo. Ma qualcosa va storto: una vittima, la dottoressa Kate McTiernan – interpretata da Ashley Judd – riesce a scappare. Nonostante la paura, decide di affiancare Cross nella caccia al mostro.

Il colpo di scena più inquietante arriva nel finale. Il detective Nick Ruskin, che sembrava lavorare al fianco della polizia, si rivela essere proprio Casanova. Un ribaltamento che lasciò il pubblico senza fiato. Al suo fianco agiva anche il dottor William Rudolph, interpretato da Tony Goldwyn. Nel cast ci sono inoltre Cary Elwes, Alex McArthur e Brian Cox, ognuno con un ruolo che aggiunge tensione e sfumature alla trama.

Il film non fu accolto con entusiasmo dalla critica. Eppure il pubblico lo premiò: oltre 60 milioni di dollari incassati al botteghino internazionale. Una cifra che all’epoca significava successo e che spinse a produrre un sequel, Nella morsa del ragno, nel 2001. Sempre con Freeman nei panni di Alex Cross. Il riconoscimento più significativo fu la candidatura di Ashley Judd ai Satellite Awards come miglior attrice non protagonista. Una conferma della sua interpretazione intensa, capace di dare spessore a un personaggio femminile coraggioso, indipendente, lontano dai cliché.

Oggi, rivedere Il Collezionista significa tornare a un’epoca di thriller psicologici più crudi, con eroi imperfetti e villain che si nascondevano dietro maschere insospettabili. Una formula che ha fatto scuola e che ha ispirato serie come Criminal Minds e decine di altri film dedicati a detective tormentati e assassini dall’identità doppia.

Perché non puoi perderlo prima che sparisca

Il fascino del film non sta solo nella trama. Sta nell’interpretazione magistrale di Morgan Freeman, un attore capace di trasmettere con lo sguardo il peso della verità e la fragilità di chi indaga troppo da vicino. Sta nella tensione che Gary Fleder costruisce scena dopo scena, alternando introspezione e colpi di scena. Sta nella lotta di Kate, che diventa più di una vittima: un simbolo di resilienza.

Il Collezionista non è un thriller qualunque. È un’opera che ha aperto la strada a una nuova stagione di cinema criminale, anticipando temi che sarebbero diventati centrali negli anni Duemila. Dal legame tra vittima e indagatore, alla rappresentazione del serial killer come mente raffinata, fino al gusto per i finali ribaltati.

Domani sparirà dal catalogo Netflix. Non è solo un titolo in meno nella libreria digitale, ma un pezzo di storia che rischia di scivolare nell’oblio. Per chi non lo ha visto, è il momento giusto per scoprirlo. Per chi lo ricorda, è l’occasione di rivivere l’intensità di un Morgan Freeman in stato di grazia e di un film che, nonostante le critiche, ha lasciato un segno indelebile. Un click e due ore di tensione pura. Poi resterà soltanto il ricordo. Perché certe storie, quando spariscono, non tornano più.

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