Segna il calendario: lunedì 7 ottobre, su Rai 3 arriva No Other Land. Un’opera che ha fatto il giro del mondo. Ha acceso dibattiti e ha vinto l’Oscar 2025 come miglior documentario. Non è solo informazione. È esperienza, sguardo. È ferita che pulsa e chiede di essere ascoltata.
Il film nasce da un collettivo israelo-palestinese. I nomi sono già un manifesto: Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor, Hamdan Ballal. Hanno scritto, girato, montato e prodotto. Insieme. In anni difficili. Tra il 2019 e il 2023. Lì dove le parole spesso si spezzano. Lì dove le immagini devono parlare al posto nostro. Il cuore è Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania. Diciannove villaggi storici. Una comunità che resiste. Case che diventano macerie. Persone che diventano testimoni. Famiglie che si ostinano a restare. Perché quella è la loro terra. Perché quella è la loro storia. No Other Land non cerca pose. Mostra vite intere che provano a continuare.
Il racconto si stringe attorno a Basel Adra. Attivista, figlio, fratello. Gli occhi di chi vede la casa alzarsi e crollare. Di chi conosce ogni sasso e ogni strada, di chi affronta sfratti e demolizioni imposte e di chi sa che il proprio villaggio può diventare poligono di tiro per l’esercito. Eppure resta. Documenta. Ama. Lotta. Al suo fianco c’è Yuval Abraham. Giornalista israeliano. Amico. Alleato. La sua cittadinanza gli apre varchi che a Basel restano chiusi. E questa differenza pesa. Ferisce. Ma non impedisce la collaborazione. La rende, anzi, più radicale.
No Other Land è anche questo: la prova concreta che il dialogo può esistere. Dentro il conflitto. Nonostante il conflitto. Il materiale è vivo. Riprese d’archivio della famiglia Adra. Testimonianze sul campo raccolte nell’urgenza. Scene di demolizioni che non hanno bisogno di commenti. Momenti di quotidianità che bussano al cuore. Tutto vibra. Tutto chiede attenzione. Non c’è retorica. C’è una narrazione che ti prende per mano. E non ti molla.

No Other Land, tutti i premi e i riconoscimenti
Il percorso dei premi racconta l’eco globale dell’opera. Berlino International Film Festival 2024: miglior documentario e premio del pubblico. European Film Awards 2024: miglior documentario europeo. New York Film Critics Circle: miglior documentario. International Documentary Association: miglior documentario. Poi il sigillo definitivo: Oscar 2025. Il mondo ha guardato e ha applaudito. No Other Land è esplicito. Critico. Non si nasconde. È stato distribuito in 24 Paesi. Ha portato in sala e in streaming una storia locale diventata specchio globale. Scomoda. Necessaria.
La scelta di Rai 3 è coraggiosa e coerente. La rete pubblica invita al confronto. Allarga lo sguardo. Propone una prima visione che non si consuma con i titoli di coda. Si porta dietro. Ti resta addosso. Se cerchi intrattenimento, qui trovi molto di più. Trovi una storia di resistenza, un’amicizia che sfida le categorie e la domanda che conta: cosa significa restare umani quando tutto intorno invita alla rassegnazione?
Perché No Other Land su Rai 3 non è solo “da vedere”, ma “da vivere”
Parliamo spesso di “film necessari”. A volte esageriamo. Con No Other Land la formula è esatta. È necessario. Perché illumina. Ci ricorda che dietro ogni titolo c’è una casa, un nome, un paesaggio. C’è una nonna che raccoglie piatti da una tavola spezzata, un bambino che chiede quando si torna e una mano che continua a filmare. Questa non è cronaca fredda. È cinema. Montaggio che respira. Fotografia che non abbellisce. Musica usata con pudore. Parole misurate. Lo sguardo del collettivo è etico ma anche poetico. Non si accontenta di mostrare. Cerca di capire. Ci chiede di fare lo stesso.
L'evento su Rai 3 promette coinvolgimento emotivo. E discussione accesa. È il bello del servizio pubblico quando crede davvero nella sua missione. Portare nelle case storie complesse. Trattarle con rispetto. Dare strumenti. Non risposte predigerite. Innescare conversazioni a tavola, al lavoro, sui social. Qui c’è tutto. Più una promessa in più. No Other Land non ti “piace” soltanto. Ti cambia un po’. Preparati a un racconto che stringe, ma allarga lo sguardo. A un’amicizia che sfida i confini, a una comunità che resiste con i mezzi che ha e a un finale che non chiude. Perché la realtà continua. E continuerà anche dopo i titoli.
Appuntamento, dunque: lunedì 7 ottobre, Rai 3. No Other Land. Un gioiello del cinema internazionale. Struggente. Divisivo. Umano. Mai visto prima in chiaro. E ora finalmente accessibile a tutti. Non perdere l’occasione.