Più lacrime di Terra Amara: è questa la sensazione che molti spettatori hanno provato guardando la seconda puntata di Io Canto Family su Canale 5. Lo show condotto da Michelle Hunziker ha portato in prima serata una miscela potente di emozioni, canzoni e rapporti familiari. Un intreccio di gioia e commozione che ricorda le grandi fiction Mediaset, da Buongiorno Mamma con Raoul Bova fino al fenomeno turco Endless Love. Ma se l’impatto emotivo è altissimo, qualcosa non va. E il pubblico se n’è accorto.
La puntata andata in onda mercoledì 24 settembre ha mostrato otto nuove coppie di concorrenti. Tra genitori, figli e fratelli, le storie hanno fatto piangere più di un melodramma televisivo. Patty Pravo e Noemi, in giuria, hanno avuto il compito difficile di scegliere chi poteva continuare e chi doveva fermarsi. Una decisione dolorosa, che ha lasciato a casa metà delle famiglie in gara. Accanto a loro, i coach: Giusy Ferreri, Ermal Meta, Serena Brancale e Sal Da Vinci. Tutti al debutto in questo ruolo. Ognuno con il compito di guidare le coppie verso una crescita musicale, sostenendole anche nei momenti più difficili. La direzione artistica di Roberto Cenci e l’orchestra dal vivo di Valeriano Chiaravalle hanno fatto il resto, creando un’atmosfera di grande spettacolo. Eppure, nonostante l’intensità delle performance, qualcosa non convince. E lo scarto tra emozione e percezione è il cuore della questione.

Io Canto Family: emozioni vere, ma un meccanismo che non torna
Il pubblico si è trovato davanti a una contraddizione evidente. Da un lato, Io Canto Family regala momenti che ricordano le scene più toccanti di Terra Amara. Abbracci, lacrime, storie personali. Dall’altro, il meccanismo delle eliminazioni immediate lascia l’amaro in bocca. In poche ore, famiglie che hanno aperto il cuore vengono mandate a casa senza possibilità di riscatto. E questo, per molti spettatori, non quadra.
Sui social si è letto di tutto. C’è chi si è commosso fino alle lacrime, chi ha rivissuto emozioni personali, chi ha scritto di essersi sentito vicino ai concorrenti. Ma non sono mancati commenti di chi si è chiesto se non si stia sacrificando troppo la narrazione familiare a favore del colpo di scena televisivo. Una dinamica che divide il pubblico.
La forza dello show sta tutta nell’elemento umano. Un papà che canta con la figlia. Una mamma che si emoziona guardando il figlio salire sul palco. Fratelli che trovano nella musica un linguaggio comune. È qui che il programma supera perfino la capacità di commuovere di una soap come Terra Amara. Ma è anche qui che si nasconde la fragilità. Quando la gara diventa fredda e veloce, le emozioni rischiano di trasformarsi in spettacolo calcolato.
Michelle Hunziker tiene insieme i pezzi con energia e leggerezza. Sa sorridere dopo una lacrima, sa ridare ritmo alla serata quando la tensione sembra farsi troppo pesante. È il suo tocco a rendere Io Canto Family un prodotto televisivo riconoscibile e diverso. Eppure, nemmeno lei può annullare quella sensazione che aleggia: tanta intensità, ma anche un senso di incompiuto. Qualcosa non va, ed è proprio lì che si gioca la partita delle prossime puntate.
Il confronto con programmi come Amici di Maria De Filippi o The Voice è inevitabile. Lì la gara è dura, ma i meccanismi permettono di costruire storie più lunghe. Qui invece la corsa è immediata, quasi brutale. Funziona in tv, ma lascia in sospeso le storie che meritavano più spazio. E lo spettatore resta sospeso tra emozione e dubbio.
Alla fine, la seconda puntata di Io Canto Family resterà negli occhi di chi l’ha vista come una serata di emozioni autentiche, a tratti devastanti. Ma anche come un’occasione mancata. Perché commuovere non basta: serve dare respiro alle storie. E forse, proprio qui, si nasconde il motivo per cui qualcosa non convince. La televisione ha bisogno di lacrime, ma anche di tempo. Senza, il rischio è di bruciare tutto troppo in fretta.
