Ci sono film che passano in sordina al momento dell’uscita, ma che col tempo diventano piccoli classici: Hungry Hearts, diretto da Saverio Costanzo nel 2014, è uno di questi ed è disponibile su RaiPlay. Continua a sorprendere per la sua forza emotiva, la tensione psicologica e l’intensità delle interpretazioni. Con Adam Driver, allora alle porte della fama mondiale grazie a Girls e poco dopo Star Wars, e Alba Rohrwacher, attrice simbolo del cinema d’autore italiano, il film è diventato un punto di riferimento nella rappresentazione delle ossessioni familiari.
Liberamente tratto dal romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, il film affronta con sguardo spietato il confine sottile tra amore materno e ossessione distruttiva. Costanzo sceglie di ambientare la vicenda a New York, una città vissuta in prima persona, trasformata in un labirinto claustrofobico che riflette la progressiva chiusura della protagonista. Una scelta che contribuisce a dare al racconto una tensione universale e allo stesso tempo molto personale.

Trama, cast e riconoscimenti di Hungry Hearts, disponibile su RaiPlay
Tutto inizia da un incontro casuale. Jude, americano, e Mina, italiana, si conoscono in modo bizzarro e si innamorano subito. Quando arriva una gravidanza inattesa, la coppia si trova davanti a scelte difficili. Una predizione di una chiromante convince Mina che il loro bambino sia “speciale” e da quel momento la donna decide di proteggerlo da ogni forma di contaminazione. Niente farmaci, niente cibi industriali. Solo alimenti naturali, autoprodotti, controllati fino all’estremo.
Il tempo però trasforma l’amore materno in ossessione. Il piccolo non cresce come dovrebbe, la salute è a rischio, e Jude si trova costretto a scegliere: seguire la moglie o salvare il figlio. Ne nasce uno scontro intimo e doloroso, che coinvolge anche la madre di lui, interpretata da Roberta Maxwell. Accanto ai due protagonisti brillano Jake Weber nel ruolo del dottor Bill, David Aaron Baker come dottor Jacob e Victoria Cartagena nei panni di Monica. Completano il cast Al Roffe, Geisha Otero, Jason Selvig, Natalie Gold, Victor Williams e i piccoli Brandon e Joshua Reiss che interpretano il bambino.
Alla Mostra del Cinema di Venezia 2014, sia Adam Driver che Alba Rohrwacher vinsero la prestigiosa Coppa Volpi per le loro interpretazioni. Non è un caso: la loro chimica e la loro capacità di incarnare personaggi fragili e complessi hanno lasciato il segno. Il film ottenne poi numerose nomination ai David di Donatello, inclusi miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio. Ai Nastri d’Argento vinse la colonna sonora firmata da Nicola Piovani, mentre Alba Rohrwacher portò a casa anche un Globo d’Oro.
Curiosità e impatto sul cinema successivo
Saverio Costanzo ha spiegato che l’ambientazione newyorkese non è casuale. Voleva mostrare la violenza della metropoli contrapposta all’Italia, facendo della città un contenitore ostile e chiuso. Le riprese furono rapide e serrate: Adam Driver aveva a disposizione appena quattro settimane. Molte scene vennero girate in spazi ristretti, accentuando la sensazione di oppressione.
Sebbene ispirato al romanzo di Franzoso, il film si prende diverse libertà narrative. Luoghi, scene e finali sono stati modificati per rafforzare il peso drammatico. Una scelta che rese Hungry Hearts un’opera autonoma, capace di parlare non solo agli italiani ma anche a un pubblico internazionale. L’impatto non fu immediato al botteghino, ma con il tempo il film è stato riconosciuto come un punto di svolta. Costanzo ha sperimentato qui quella scrittura intima e claustrofobica che avrebbe poi reso unica la serie L’amica geniale. Per Adam Driver, invece, Hungry Hearts ha segnato la consacrazione internazionale, aprendo la strada a ruoli da protagonista a Hollywood.
Oggi la pellicola resta attuale perché affronta temi come la maternità ossessiva, le ideologie alimentari e i conflitti familiari. In un’epoca in cui la genitorialità viene spesso vissuta sotto pressione, il film appare quasi profetico. Non solo per la sua capacità di raccontare l’ossessione, ma anche per il modo in cui mette a nudo l’amore e la fragilità. Riscoprirlo oggi su RaiPlay significa non solo godersi un grande film, ma anche rileggere con occhi nuovi le dinamiche familiari e sociali che continuano a parlare a tutti noi. Un’opera che emoziona, turba e fa discutere ancora, a distanza di oltre dieci anni.
