Un piatto che non ti aspetti, servito nel cuore di Venezia: Alessandro Borghese, chef e volto televisivo di Sky e TV8, ha sorpreso ancora. Nel suo ristorante AB – Il lusso della semplicità Venezia ha lanciato un secondo che ha fatto parlare: “Seppia, pinolo, ’nduja e foglia di fico…”. Così ha scritto in didascalia a una foto su Instagram. Un piatto che si allontana dai classici della laguna e porta il mare su un terreno tutto nuovo.
Non il solito fritto misto, né il rassicurante branzino al forno. Qui il mare incontra il piccante della ’nduja calabrese, la rotondità del pinolo e la freschezza di una foglia di fico. L’impiattamento racconta la sua cucina: essenziale, elegante, senza fronzoli superflui. Eppure capace di emozionare più di tanti piatti elaborati.
Venezia ha una tradizione culinaria antica. Dal baccalà mantecato alle sarde in saor, dai bigoli in salsa al risotto al nero di seppia. Borghese sceglie di non replicare i piatti della memoria, ma di rendergli omaggio in modo diverso. La seppia c’è, ma è vestita di contemporaneità. È un abbraccio tra culture e territori: il mare dell’Adriatico, la Calabria speziata, la dolcezza mediterranea del fico.
Il risultato? Un piatto memorabile, da raccontare e da desiderare. Non serve sedersi in un ristorante stellato per immaginare i sapori. Con qualche trucco puoi provarci anche a casa. Non sarà la ricetta segreta dello chef, ma sarà comunque un’esperienza nuova, capace di stupire familiari e amici.

La ricetta di Alessandro Borghese adattata: come provare a rifarla a casa
Gli ingredienti sono pochi e semplici, come nello stile di Borghese. Basta un po’ di attenzione e il coraggio di osare con i contrasti.
- 2 seppie medie, freschissime
- 30 g di pinoli tostati
- 1 cucchiaino di ’nduja
- 1 foglia di fico giovane (oppure basilico per una variante più semplice)
- Olio extravergine d’oliva
- Sale e pepe nero
- Qualche goccia di limone
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Preparazione:
- Pulisci le seppie, eliminando la pelle e la sacca interna. Tagliale a striscioline sottili.
- Scalda una padella antiaderente con un filo d’olio. Salta le seppie a fuoco vivo per pochi minuti. Devono restare morbide.
- In una ciotola stempera la ’nduja con un cucchiaio di olio e qualche goccia di limone. Otterrai una crema piccante e brillante.
- Tosta i pinoli in padella fino a doratura.
- Impiatta le seppie al centro. Versa sopra la crema di ’nduja a filo. Aggiungi i pinoli tostati.
- Profuma con la foglia di fico leggermente scottata (oppure basilico fresco). Completa con pepe nero macinato al momento.
Il segreto sta nell’equilibrio: il mare delicato della seppia, il fuoco della ’nduja, la dolcezza del pinolo, la nota vegetale finale. Un incontro che sorprende e resta nella memoria. Servilo in un piatto bianco, ampio e semplice. Lascia che i colori parlino da soli. Non serve aggiungere altro: il lusso è davvero nella semplicità.
Provare questa ricetta a casa non è solo cucina. È un gesto di curiosità, un modo per portare un po’ di Venezia e di Alessandro Borghese nella tua tavola. Non serve l’abilità di uno chef stellato. Serve solo voglia di sperimentare e di lasciarsi sorprendere. E quando i tuoi ospiti assaggeranno, non dirai mai che è una copia. Dirai che è il tuo omaggio personale a un piatto memorabile.
