Il tempo stringe: sabato 13 settembre Netflix toglierà dal suo catalogo Chosen, la serie che in pochi conoscono ma che ha lasciato un segno profondo nel panorama asiatico. Un thriller teso, cupo e magnetico, che già anni fa raccontava i giochi mortali e i dilemmi morali che avrebbero reso Squid Game un fenomeno mondiale. Guardarla adesso è un’esperienza che assomiglia a un ultimo ballo: intensa, inaspettata e irripetibile.
Prodotta da iQIYI, la versione cinese di Chosen è stata girata in parte in Australia e ha portato sullo schermo una storia dove il quotidiano diventa incubo. Non parliamo del solito drama, ma di un racconto capace di intrecciare azione, tensione psicologica e legami familiari. Per questo oggi vale più che mai la pena riscoprirla prima che scompaia.
Chosen su Netflix: la trama che non ti lascia scampo
Il protagonista è Dai Huan, interpretato da Lan Cheng-Lung. Chirurgo brillante, marito e padre, riceve un giorno una misteriosa scatola. Dentro c’è una pistola carica. Da lì la sua vita cambia per sempre. Viene assalito, minacciato e trascinato dentro un gioco orchestrato dai cosiddetti “Vigilanti”. La regola è semplice quanto brutale: sopravvivere o soccombere.
Al suo fianco c’è Tao Lu, impersonata da Jiajia Deng, donna coraggiosa e decisa ad affrontare l’incubo. Insieme, tra fughe disperate e rivelazioni scioccanti, cercano di svelare chi muove i fili di quel meccanismo spietato. Sul loro cammino incontrano Daniels (Nathaniel Kelly), Long Kang (Swanson Han), John Henry (Sam Hayden-Smith), Mei Ling (Jenny Zhou) e Geming Bai (Paul W. He). Ogni personaggio aggiunge un tassello di ambiguità e pericolo, in un mosaico che ricorda i migliori thriller internazionali. Ogni episodio dura poco, ma lascia il fiato corto. Ogni scelta ha un prezzo. Ogni minuto costringe lo spettatore a chiedersi: cosa faresti tu al posto suo? Questo è il segreto della sua forza narrativa.

Cast, riconoscimenti e curiosità
Il cast è uno degli elementi che più hanno colpito la critica. La presenza di attori cinesi e occidentali ha creato un mix raro nella serialità asiatica. Lan Cheng-Lung ha dato a Dai Huan un’umanità palpabile. Jiajia Deng ha reso Tao Lu una compagna di lotta indimenticabile. E le interpretazioni secondarie hanno aggiunto spessore e credibilità.
Pur non vincendo premi internazionali prestigiosi, Chosen ha conquistato un grande seguito in Cina e nei mercati asiatici grazie alla distribuzione di Netflix. È stato definito uno dei remake più riusciti della serie americana omonima, capace di rielaborare il format in chiave orientale. L’idea di trasformare il protagonista da avvocato (come nella versione USA) a medico non è un dettaglio banale: rende la storia più vicina al pubblico locale e amplifica il conflitto morale.
Un’eredità che parla ancora
Quando oggi parliamo di giochi mortali e competizioni spietate, pensiamo subito a Squid Game. Ma Chosen lo aveva fatto prima, seminando intuizioni che avrebbero aperto la strada a nuovi format. Non ha avuto lo stesso clamore mediatico, ma ha costruito un ponte tra due mondi: quello del thriller americano e quello del dramma asiatico. Il suo impatto si ritrova in tante altre produzioni successive. Serie e film hanno ripreso l’idea di mescolare suspense estrema con dilemmi etici, mostrando come la violenza possa esplodere dentro la quotidianità. Ma la differenza è che Chosen ha sempre mantenuto al centro la famiglia, il legame padre-figlio, la scelta morale impossibile.
Per questo, a distanza di anni, guardarla oggi non è solo intrattenimento. È un’occasione per comprendere come i racconti globali si contaminano, come il cinema asiatico abbia anticipato tendenze poi esplose in tutto il mondo. E anche per chiedersi perché storie così radicali spariscano senza rumore dai cataloghi. Il consiglio è chiaro: recuperala ora, prima che sia troppo tardi. Il 13 settembre sarà già un ricordo. E tu rischi di perderti uno dei thriller più spietati e magnetici degli ultimi anni, una serie che ha anticipato Squid Game e che merita di essere vista fino all’ultimo respiro.
