Ci sono film che non parlano solo di sport, ma di vita, coraggio e dignità: uno di questi arriva stasera in tv su Iris, alle 21:14. È “42 – La vera storia di una leggenda americana”, il biopic diretto da Brian Helgeland che racconta l’impresa di Jackie Robinson. Una pellicola che non mostra soltanto un atleta, ma un uomo che con un gesto ha cambiato la società americana.
Jackie Robinson è stato il primo giocatore afroamericano a infrangere le barriere razziali della Major League Baseball. Accadde nel 1947, quando i Brooklyn Dodgers decisero di schierarlo in campo. Una scelta storica, voluta da un manager visionario, Branch Rickey, interpretato in questo film da Harrison Ford. Da quel momento nulla fu più lo stesso. Robinson divenne un simbolo di libertà e di giustizia sociale, un punto di riferimento per il movimento dei diritti civili negli Stati Uniti.
La pellicola si concentra sugli anni cruciali tra il 1945 e il 1947. Vediamo Robinson scendere in campo, resistere a insulti e discriminazioni, e continuare a giocare con determinazione. Vediamo anche la sua vita privata, l’amore e il sostegno di Rachel Robinson, interpretata con delicatezza da Nicole Beharie. Un legame che diventa ancora più potente grazie alla collaborazione diretta di Rachel, che ha contribuito alla scrittura della sceneggiatura.
Il protagonista è un intenso (e compianto) Chadwick Boseman, che regala al pubblico una delle sue interpretazioni più toccanti. Era il 2013, e Boseman non era ancora diventato il volto mondiale di Black Panther. Con questo ruolo si è imposto come attore capace di incarnare figure afroamericane iconiche e coraggiose. Nel cast troviamo anche Christopher Meloni, André Holland, Lucas Black, Ryan Merriman, Alan Tudyk e T.R. Knight. Una squadra di interpreti che restituisce intensità a una storia vera, dura ma necessaria.

Stasera in tv un impatto che va oltre lo sport
“42” non è un film da guardare solo per il baseball. È un’opera che racconta il peso delle parole, il silenzio come forma di resistenza, la capacità di rispondere all’odio con il talento. Ogni partita diventa un atto politico, ogni colpo di mazza una sfida contro i pregiudizi. È questo che ha reso il film celebrato in tutto il mondo. Al botteghino ha raccolto oltre 94 milioni di dollari negli Stati Uniti. Ha ottenuto tre vittorie e ventuno nomination, tra cui spiccano i NAACP Image Awards e i Saturn Awards. Non ha vinto grandi premi internazionali, ma ha conquistato il pubblico.
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Il film è ricco di curiosità. Il numero 42, quello che Robinson portava sulla schiena, è stato ritirato da tutte le squadre della MLB. Ogni anno, il 15 aprile, tutti i giocatori scendono in campo indossando quella maglia. È un omaggio unico, un rituale che celebra la memoria di un uomo che ha reso lo sport un terreno di uguaglianza. In Italia la pellicola non è mai uscita al cinema, ma solo in home video. Vederla stasera in tv è quindi un’occasione rara e preziosa.
“42” si inserisce in un filone che ha ispirato molti altri titoli. Ha aperto la strada a film come “Race: Il colore della vittoria”, dedicato a Jesse Owens. Ha rilanciato il genere dei biopic sportivi che non raccontano solo le vittorie sul campo, ma anche le battaglie contro la segregazione. È un film che ha mostrato quanto il cinema possa dare voce alle lotte civili, contribuendo a cambiare la percezione collettiva.
Guardarlo oggi significa riflettere su quanto coraggio ci voglia per alzare la testa di fronte all’ingiustizia. Significa commuoversi davanti a un uomo che non ha mai rinunciato alla propria dignità. Significa capire che il cinema, quando racconta la verità, riesce a parlare direttamente al cuore. Stasera in tv, su Iris, è l’occasione per lasciarsi toccare da una storia che non appartiene solo all’America, ma a tutti noi.
