Su RaiPlay c’è, ma quasi nessuno lo nota: uno dei film più scomodi e attuali del cinema europeo

RaiPlay custodisce spesso piccole gemme. Alcune sono commedie leggere, altre storie d’autore. Poi ci sono film che arrivano come uno schiaffo. Uno di questi è La verità inventata – A thousand lines, diretto da Michael Bully Herbig. Un’opera che non lascia tregua, perché affonda il coltello nel cuore della nostra epoca: le fake news, lo scandalo del giornalismo, il confine fragile tra verità e menzogna.

Il film si ispira a fatti reali. Nel 2018 la Germania fu travolta dal cosiddetto “scandalo Relotius”. Un nome che ancora oggi evoca imbarazzo e indignazione. A portarlo sul grande schermo ci pensa un cast di volti noti: Jonas Nay, Elyas M’Barek, Michael Ostrowski, Marie Burchard, Sara Fazilat, Jörg Hartmann. E non mancano apparizioni d’archivio che mostrano Colin Kaepernick e persino Donald Trump. Un intreccio che fonde cinema e realtà, ricostruendo il meccanismo di una bugia capace di contagiare l’intero mondo dell’informazione.

Al centro della storia c’è Lars Bogenius, giovane e brillante cronista della rivista immaginaria “Chronik”. Lo interpreta Jonas Nay, già noto per la serie Deutschland 83. Un giornalista idolatrato, vincitore di premi, apparentemente intoccabile. Ma dietro la sua penna si nasconde un inganno colossale. Ad accorgersene è Juan Romero, reporter freelance con il volto di Elyas M’Barek. È lui che, rischiando tutto, decide di scavare sotto la patina di gloria. E alla fine porta alla luce un mare di storie inventate, dettagli manipolati, interviste mai avvenute. Lo scandalo deflagra. E ciò che sembrava un’icona del giornalismo tedesco diventa il simbolo stesso della menzogna istituzionalizzata. Una ferita ancora aperta. Perché il film non parla solo di un uomo, ma di un sistema pronto a chiudere un occhio pur di proteggere il proprio mito.

RaiPlay
La verità inventata – A thousand lines, su RaiPlay

Tra simboli, riflessioni e conseguenze: perché guardarlo oggi su RaiPlay

La verità inventata non si limita a raccontare. Ogni fotogramma porta con sé un simbolo. La bandiera americana rovesciata, le redazioni chiuse nel silenzio, i volti increduli dei colleghi. È un mosaico di segnali che gridano allarme. Il regista Michael Bully Herbig alterna toni drammatici e momenti quasi satirici, per dire una verità scomoda: il giornalismo può tradire la fiducia dei lettori.

Il film nasce dal libro Tausend Zeilen Lüge di Juan Moreno. È lui, nella realtà, ad aver smascherato il collega Claas Relotius. La sua indagine ha costretto Der Spiegel a un mea culpa pubblico. Nel film, il nome cambia in “Chronik”, ma il richiamo è evidente. E l’effetto è ancora più forte, perché costringe lo spettatore a chiedersi: quante altre storie che leggiamo ogni giorno hanno basi così fragili? In Germania l’opera ha acceso dibattiti. Non ha conquistato premi internazionali, ma ha centrato un obiettivo più importante: riaprire la discussione sul giornalismo etico. In molte università e scuole di comunicazione è stato usato come materiale didattico. Segno che la sua forza va oltre la sala cinematografica.

Guardarlo oggi, su RaiPlay, significa toccare con mano un problema che non riguarda solo i giornali. Riguarda i social, le piattaforme digitali, i discorsi politici. Ogni giorno siamo bombardati da storie costruite per emozionare, non per informare. Ed è lì che il film colpisce, perché ci ricorda quanto sia pericoloso credere ciecamente a ciò che leggiamo. L’impatto si è visto anche nel cinema successivo. Dopo l’uscita di A thousand lines, diversi registi europei hanno riscoperto il filone del cinema d’inchiesta. Film che smontano le versioni ufficiali, che interrogano il pubblico e non gli offrono scorciatoie. In questo senso, l’opera di Herbig ha fatto scuola. Ha riportato il tema delle fonti e della verità al centro della cultura popolare.

Non aspettarti un film facile. Non è intrattenimento da divano. È un viaggio che destabilizza, che ti fa dubitare di tutto, perfino delle tue convinzioni. E proprio per questo vale la pena vederlo. Perché non è solo un film sul passato. È un film sul presente. Sull’oggi, sull’informazione che ogni giorno ci scorre davanti agli occhi e che troppo spesso accettiamo senza chiederci da dove arriva. La verità inventata – A thousand lines è su RaiPlay. Un titolo che molti hanno ignorato, ma che oggi diventa urgente recuperare. Perché svela la fragilità della verità in tempi dominati dalla disinformazione. E ci ricorda che credere non basta. Serve dubitare.

Lascia un commento