Stasera in tv, giovedì 21 agosto 2025, Cine34 – canale Mediaset dedicato al cinema – regala al pubblico un ritorno emozionante. Va in onda “Piccolo grande amore”, film del 1993 diretto da Carlo Vanzina. Un titolo che ha segnato un’epoca e che ha trasformato un giovane Raoul Bova in una vera icona popolare. Al suo fianco, l’affascinante Barbara Snellenburg, il carismatico David Warner e un cast internazionale che impreziosisce la commedia romantica italiana più amata degli anni ’90.
Non è solo un film. È una fotografia dell’Italia di quegli anni, sospesa tra sogni estivi, colpi di fulmine e una voglia di libertà che ancora oggi emoziona. Ogni volta che torna in tv, milioni di spettatori rivivono quell’atmosfera leggera, fatta di Sardegna, spiagge dorate e amori impossibili. Un vero cult, capace di parlare alle nuove generazioni con la stessa freschezza di trent’anni fa.
La trama sembra uscita da una favola moderna. Sofia, principessa ereditaria del piccolo principato di Liechtenhaus, deve sposare il principe Frederick per salvare il regno dalla bancarotta. Ma la giovane non accetta un destino imposto e decide di ribellarsi. Fuggita in incognito in Sardegna, trova lavoro come barista e incontra Marco, un istruttore di surf interpretato da Raoul Bova. Nasce un amore travolgente, ostacolato da intrighi, rapimenti e obblighi dinastici. Il cuore, però, vince su tutto. E il finale regala la libertà tanto sognata.
Barbara Snellenburg porta sullo schermo una principessa ribelle, lontana dagli stereotipi, capace di parlare con freschezza al pubblico giovane. Accanto a lei, Adam Barker nel ruolo del principe Frederick, Paul Freeman, Catherine Schell, Sarah Alexander e Susannah York, che completano un mosaico di volti noti tra cinema europeo e televisione internazionale. Il risultato è una favola romantica che ha attraversato i decenni senza perdere la sua forza emotiva.

Dal mito anni ’90 al cult generazionale: perché “Piccolo grande amore” stasera in Mediaset è ancora attuale
Quando uscì al cinema, nel 1993, “Piccolo grande amore” non vinse premi importanti. Eppure, il tempo ha fatto giustizia. Oggi è riconosciuto come un cult generazionale, simbolo di un modo di raccontare l’amore che appartiene agli anni ’90 ma che continua a parlare alle nuove generazioni. È questo il suo vero riconoscimento: il premio del pubblico, che non smette di seguirlo e di rivederlo, estate dopo estate.
Il titolo richiama volutamente “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni, canzone leggendaria che ha fatto sognare milioni di italiani. Anche se non è parte ufficiale della colonna sonora, l’eco musicale ha rafforzato il mito romantico del film, trasformandolo in un’icona ancora più riconoscibile. È raro trovare un legame così forte tra cinema, musica e memoria collettiva.
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Un momento rimasto impresso è quello in cui Raoul Bova, allora poco più che esordiente, emerge dall’acqua durante una scena di surf. Un’immagine che ha contribuito a renderlo immediatamente una stella, lanciandolo verso una carriera lunga e brillante tra cinema e televisione. Da lì in poi, Bova è diventato sinonimo di fascino romantico, spesso scelto per ruoli da protagonista in storie d’amore moderne e popolari.
L’ambientazione in Sardegna gioca un ruolo fondamentale. Non è solo uno sfondo esotico, ma un personaggio vivo, con i suoi paesaggi luminosi e il mare cristallino. È qui che Sofia scopre la libertà e che Marco trova la sua ragione di vita. Non sorprende che il film venga considerato il “film estivo per eccellenza”, capace di trasmettere quella sensazione di vacanza che tutti, almeno una volta, hanno sognato. L’impatto sul cinema successivo è evidente. Molte commedie romantiche italiane degli anni ’90 e 2000 hanno ripreso il modello inaugurato da Vanzina: amori improbabili, scontri di classe, scenari da cartolina. Un mix che continua a funzionare, perché tocca corde universali. In questo senso, “Piccolo grande amore” è stato un apripista, un film che ha indicato la strada a tanti altri.
Rivederlo oggi non è solo un tuffo nel passato. È un modo per capire perché una storia semplice, girata con leggerezza e senza eccessive pretese, abbia saputo diventare immortale. Perché alla fine, ciò che resta è la potenza di un’emozione condivisa. E questa, più di qualsiasi premio ufficiale, è la vera vittoria di un film. Stasera in Mediaset su Cine34, quell’atmosfera torna a vibrare. Un’occasione imperdibile per chi l’ha vissuta la prima volta e per chi la scopre ora, forse innamorandosi come accadde allora. Perché certi film non invecchiano: restano perle indimenticabili del nostro cinema.
