Nessuno ne parla, ma è devastante: su RaiPlay il film italiano che scuote, ferisce e non si dimentica

È arrivato in silenzio, ma non lascia indifferenti: da qualche giorno “Come pecore in mezzo ai lupi” è disponibile in anteprima esclusiva su RaiPlay. E non è un film come gli altri.

Un thriller criminale che affonda le mani nella paura, nel sangue, nei legami familiari spezzati. Diretto da Lyda Patitucci, alla sua opera prima, e interpretato da una straordinaria Isabella Ragonese, questo film è una delle proposte italiane più potenti degli ultimi anni. RaiPlay lo rende disponibile solo ora, ma è uscito al cinema nel 2023 lasciando dietro di sé un’ondata di consenso nei festival e tra i critici.

Accanto a Ragonese, Andrea Arcangeli regala un’interpretazione intensa nel ruolo del fratello di lei. Completano il cast Tommaso Ragno, Imma Villa, Gennaro Di Colandrea, Clara Ponsot e la piccola Carolina Michelangeli, nel ruolo di Marta. Ma non aspettarti il solito poliziesco. Qui c’è molto di più.

Una donna sola, due identità e un segreto che può distruggere tutto

Vera, il nome in codice. Ma il suo vero nome è Stefania. È una poliziotta. E si è infiltrata in una banda criminale internazionale che opera a Roma. Sono violenti, imprevedibili. Vengono dall’Est Europa e non conoscono pietà. Tra rapine, traffici e patti sporchi, Vera deve guadagnarsi la loro fiducia. Senza farsi uccidere. Ma qualcosa va storto. Bruno, suo fratello, esce di prigione e si unisce alla banda. Non sa che sua sorella è un’infiltrata. E lei non può dirglielo. Ha una figlia, Marta. Vuole solo rifarsi una vita.

Il legame di sangue diventa una minaccia. Ogni scelta può essere fatale. E Vera è divisa tra la legge e l’amore. Tra il dovere e la salvezza di ciò che resta della sua famiglia. Il finale è un colpo al petto. Nessun eroe. Nessuna redenzione facile. Solo dolore, realtà e silenzio.

RaiPlay
Come pecore in mezzo ai lupi, su RaiPlay

Una regista al debutto, una storia che lascia il segno su RaiPlay

Lyda Patitucci non è un nome noto al grande pubblico. Ma chi conosce il cinema italiano sa che ha lavorato come seconda unità in film come “Il primo re” e nella saga “Smetto quando voglio”. Con questo film firma un debutto personale, ruvido, potente. Niente sconti, niente scorciatoie. Solo tensione, scelte difficili e personaggi che sembrano vivi. Le scene sono girate nelle periferie romane, tra la Basilica dei Santi Pietro e Paolo all’Eur e il Ponte dell’Industria. Quartieri freddi, dove la città non fa sconti e tutto può esplodere in un attimo.

Premi, riconoscimenti e un’eredità già visibile

Il film ha vinto il Premio Ermanno Olmi come Miglior Film al Gallio Film Festival. E ha ricevuto nomination ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento 2024, tra cui:

  • Miglior attrice protagonista (Isabella Ragonese)
  • Miglior regista esordiente (Lyda Patitucci)
  • Miglior fotografia (Giuseppe Maio)
  • Miglior montaggio (Giuseppe Trepiccione)

Ma il premio più grande è quello lasciato al cinema italiano: una strada nuova da percorrere. Dopo questo film, altri autori hanno osato di più. Hanno messo donne complesse al centro dell’azione. “Come pecore in mezzo ai lupi” ha sdoganato l’idea che si possa fare noir in Italia senza imitare, ma raccontando ciò che ci fa più paura: la famiglia, il tradimento, la verità.

Un titolo biblico, un film che ti resta dentro

Il titolo viene dal Vangelo. E non è una citazione casuale. Vera è una pecora in mezzo ai lupi, sì. Ma anche i lupi, a volte, sono stati agnelli feriti. La regia è asciutta, le scene d’azione sono crude. Non c’è musica a riempire i vuoti. Solo respiri, occhi, minacce. Per prepararsi al ruolo, Isabella Ragonese ha studiato il serbo. Andrea Arcangeli ha perso peso per restituire l’umanità spezzata di Bruno. Tutto è reale. Tutto è sentito. Guarda questo film. Ma non aspettarti risposte facili. Lasciati colpire. Lasciati ferire. Poi prova a dimenticarlo. Non ci riuscirai.

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