New York, una mattina qualunque, ma chi si è trovato a passare in West 25th Street ha assistito a qualcosa che sembrava uscito da un sogno cinematografico: sui social gira una clip, rubata dal set de Il Diavolo veste Prada 2.
Mostra Anne Hathaway nei panni di Andy Sachs, mentre esce di corsa da un edificio parlando al telefono. L’aria è affannata. I passi sono veloci. Lo sguardo sembra perso tra ansia e determinazione. Quasi impossibile non pensare a quel momento: la scena iniziale di Il Diavolo veste Prada, anno 2006. Andy corre per Manhattan, stringe un bagel, è in ritardo per il suo primo giorno alla rivista Runway. Capelli scomposti, giacca informe, sogni troppo grandi. Ora è diverso. Ma non troppo.
Questa nuova sequenza è già un cult. Anne indossa un completo nero elegante, gilet sartoriale e pantaloni a righe. Scarpe a punta, collana di perle, smartphone in mano. Il look è stato condiviso anche da lei su Instagram, con uno scatto luminoso che ha già fatto il giro del web.
Il set è quello del sequel ufficiale: Il Diavolo veste Prada 2, attualmente in produzione tra New York e l’Italia. L’uscita è fissata per il 1° maggio 2026, esattamente 20 anni dopo l’originale. Il film è prodotto da 20th Century Studios (Disney) e riporta in scena il cast che ha fatto la storia: Meryl Streep (Miranda Priestly), Emily Blunt (Emily), Stanley Tucci (Nigel). Ma c’è anche una sorpresa: Kenneth Branagh interpreterà il marito della temuta Miranda. Alla regia torna David Frankel, con Aline Brosh McKenna alla sceneggiatura. Le stesse menti che hanno plasmato il primo film. Il risultato promette di essere all’altezza del mito.

Il Diavolo veste Prada 2: Andy è tornata, ma il mondo è cambiato
La trama non è ancora del tutto nota, ma alcuni dettagli sono già trapelati. Miranda si ritrova in crisi. Il mondo dell’editoria è cambiato, la carta stampata perde colpi, e Runway rischia grosso. Il potere non passa più solo dagli uffici di lusso, ma dagli algoritmi, dai feed social, dalle nuove generazioni che dettano regole diverse. Al centro dello scontro c’è Emily, l’ex assistente, ora in alto nel settore del lusso. Ha un ruolo strategico per la pubblicità del magazine. Ed è qui che si gioca la nuova guerra silenziosa. Potere contro potere, vecchio contro nuovo.
Ma il ritorno di Andy è la vera incognita. Non è ancora chiaro il suo ruolo. Cosa è diventata? Da che parte sta? La clip suggerisce che la sua corsa non è solo fisica. È simbolica. Andy sta tornando a qualcosa che ha lasciato. Forse con rimpianto. Forse con rabbia. O forse con amore. Il nuovo look lo racconta bene. Non più insicura. Non più spaesata. Ma nemmeno del tutto a suo agio. C’è fame, urgenza, domande non risolte. E questa è già una promessa narrativa potente.
Le prime immagini di Anne Hathaway sul set de “Il Diavolo Veste Prada 2”. pic.twitter.com/L3UL2Zklvj
— Trash Italiano (@trash_italiano) July 21, 2025
Il Diavolo veste Prada non è solo moda. È una storia di identità, ambizione, compromessi. Il sequel sembra voler riprendere proprio da lì, ma aggiornando tutto alla contemporaneità. Carriere precarie, burnout, re-invenzione di sé. E il prezzo — oggi forse ancora più alto — da pagare per restare al passo. Con una direzione artistica curatissima, una colonna sonora già annunciata come centrale e un’estetica che strizza l’occhio a Gen Z e Millennial, il film punta a essere il nuovo manifesto pop del nostro tempo. E quella corsa di Andy, ripresa con uno smartphone da un passante qualsiasi, è già diventata una scena virale. Ma più che uno spoiler, è un invito: qualcosa sta tornando. E sarà impossibile ignorarlo.
