Tratto da una storia vera, sconsigliato a chi non vuole vedere: stasera in tv il film italiano più duro

È successo davvero e stasera torna in tv, nel giorno in cui tutto accadde. “Diaz – Non pulire questo sangue” va in onda su La7 alle 21:15.

È un film difficile, scomodo, urgente. Firmato da Daniele Vicari, con Claudio Santamaria, Elio Germano, Jennifer Ulrich, Alessandro Roja e Renato Scarpa. Una produzione corale, forte, che non fa sconti. Racconta una notte vera, un massacro accaduto in Italia, a Genova, durante il G8 del 2001. Lo fa senza filtri, con dolore e precisione. È una ferita ancora aperta. Non è un film per tutti. Ma è un film necessario. In quella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, la polizia entrò nella scuola Diaz. Dentro c’erano giornalisti, studenti, attivisti. Dormivano. Nessuno si aspettava la violenza che stava per arrivare.

Diaz non è solo una ricostruzione. È una memoria filmata, un atto di responsabilità, un grido civile che non ha mai smesso di far rumore. Ogni scena si basa su atti processuali. I dialoghi prendono spunto da verbali reali. Le testimonianze sono vere. E si sente. Più di 120 attori, oltre 10.000 comparse, una regia corale. Non ci sono eroi, solo occhi che vedono e corpi che cadono. E il sangue. E il silenzio.

Stasera in tv
Diaz – Non pulire questo sangue, stasera in tv

Stasera in tv un film-verità che ha cambiato tutto

“Diaz – Non pulire questo sangue” ha vinto il Premio del Pubblico alla Berlinale. Ha ricevuto 13 candidature ai David di Donatello e ha trionfato anche ai Nastri d’Argento. Ha incassato oltre 2 milioni di euro al botteghino italiano. E ha generato dibattiti, reazioni, processi. Ha riaperto domande. E non ha mai smesso di farlo. Il regista, Daniele Vicari, ha scelto uno stile sobrio ma impattante. Nessuna spettacolarizzazione. Solo realtà. Solo urgenza.

Max Flamini, interpretato da Santamaria, è un vicequestore dilaniato dal ruolo e dal senso. Luca Gualtieri (Elio Germano) è un giornalista che guarda e non può intervenire. Alma Koch (Jennifer Ulrich) è una giovane attivista tedesca, pestata senza motivo. La scuola Diaz diventa simbolo. Di un sistema che implode. Di uno Stato che colpisce a volto coperto e di una verità che, ancora oggi, divide. Non è finzione. È accaduto davvero.

In molti, vedendo il film, non riescono a proseguire. Lo spettatore si sente impotente. Proprio come chi era lì quella notte. Il titolo stesso è una dichiarazione di intenti. Non pulire questo sangue. Non dimenticare e non chiudere gli occhi. Il film ha influenzato il cinema civile italiano. Dopo Diaz, sono arrivati ACAB di Stefano Sollima, Sulla mia pelle, Esterno notte. Tutti in debito con questa opera. Ma Diaz è altro. È un punto di non ritorno. È un pugno allo stomaco ed è il cinema che fa male. E che serve.

Oggi, 21 luglio 2025, rivederlo ha un sapore diverso. Più forte. Più urgente. Perché la memoria ha bisogno di immagini. E il cinema può ancora scuotere le coscienze. Non è intrattenimento. È un atto civile. Stasera in tv, se scegli di guardarlo, sappi che non ti lascerà indifferente. “Diaz – Non pulire questo sangue” è in onda su La7 alle 21:15. Solo oggi. Nel giorno esatto in cui tutto accadde. E tutto cambiò.

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