Netflix sta per toglierlo, guardalo prima che sparisca: il film più estremo e sconvolgente mai girato su una storia vera

È una storia che molti conoscono, ma pochi hanno il coraggio di riviverla così: “Alive – Sopravvissuti”, il film diretto da Frank Marshall e uscito nel 1993, è su Netflix solo per pochi giorni ancora. La piattaforma lo rimuoverà il 22 luglio. Se non l’hai mai visto, il momento è adesso. Perché non si tratta solo di un film. È una delle rappresentazioni più crude e vere della sopravvivenza umana mai portate sullo schermo.

La pellicola racconta il tragico disastro aereo delle Ande del 1972, in cui una squadra uruguaiana di rugby, l’Old Christians Club, precipitò nel cuore della montagna. Insieme a loro, amici e familiari. Il volo era diretto in Cile. Ma non arrivò mai. Temperature glaciali. Fame. Buio. Nessun segnale. Solo neve e silenzio. Tra quei ragazzi c’erano Nando Parrado, Roberto Canessa, Antonio Vizintín e altri nomi che oggi suonano familiari, ma solo perché riuscirono a fare l’impossibile. Camminarono per giorni senza sapere dove andare, senza nulla da mangiare. E quando la sopravvivenza li costrinse a scegliere, fecero ciò che per molti è impensabile: si nutrirono dei corpi degli amici morti. Per vivere. Non per dimenticare.

Il film vede protagonista Ethan Hawke, nel ruolo di Parrado. È giovane, magnetico, spaventato ma determinato. Accanto a lui ci sono Vincent Spano, Josh Hamilton, Bruce Ramsay e molti altri. Un cast internazionale, autentico, senza fronzoli. In versione originale, la voce narrante è di John Malkovich.  Alive non è solo un film. È una ricostruzione cruda, sentita, senza abbellimenti. E anche se alcuni superstiti lo hanno definito “più romanzato” rispetto alla disperazione vera vissuta in quei giorni, nessuno ne ha mai messo in dubbio il rispetto e l’intensità.

Il set fu costruito tra i ghiacci della Columbia Britannica, in Canada. Ogni giorno, attori e troupe venivano trasportati in elicottero ad alta quota. Le condizioni erano dure. Volevano che il freddo si sentisse davvero. E lo hanno fatto. Fernando Parrado, uno dei veri sopravvissuti, ha collaborato direttamente con il regista. Ogni scena, ogni parola, doveva restituire verità. E così è stato.

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Alive – Sopravvissuti, su Netflix

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“Alive – Sopravvissuti” ha ricevuto nomination agli Emmy e agli MTV Movie Awards, ma il vero riconoscimento è arrivato col tempo. È diventato un punto di riferimento per tutti i film successivi che hanno raccontato la lotta estrema tra uomo e natura. Nel 2023, il film “La società della neve” è tornato a raccontare la stessa tragedia, con un taglio più documentaristico e crudo. Ma proprio questo confronto dimostra quanto “Alive” sia stato il primo a osare. A mettere in scena il tema della cannibalizzazione non come provocazione, ma come disperazione.

Il film ha anche ispirato libri, saggi e docuserie. È stato studiato in università, discusso nei corsi di etica e psicologia. Perché racconta cosa siamo disposti a fare quando tutto ci viene tolto. Quando l’unico istinto che resta è quello di restare vivi. La scena dell’incidente aereo, per molti, è ancora oggi una delle sequenze più realistiche mai girate. Nulla è lasciato al caso. Ogni dettaglio vibra di terrore e impotenza. “Alive – Sopravvissuti” non ti lascia solo col dolore. Ti lascia con una domanda: io, al loro posto, cosa avrei fatto?

Non è facile rispondere. Ma vale la pena provare a chiederselo. E vale la pena vedere questo film, finché è possibile farlo. Hai tempo fino al 22 luglio. Poi sparirà da Netflix. Guardalo ora. Non per la spettacolarità. Ma per l’umanità che trasuda da ogni singola scena.

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