11 nomination ai David, sconsigliato a chi ha il cuore fragile: stasera in tv capolavoro di Özpetek che ti scuote

Ferzan Özpetek lo ha fatto di nuovo: ha preso la vita, l’ha osservata da vicino e ce l’ha restituita più cruda, più vera, più intensa in un film stasera in tv. Oggi alle 21:10 su Rai Movie, va in onda Allacciate le cinture. Non è un semplice film. È un’esperienza emotiva.

L’ha diretto Özpetek, sì, ma è la storia a colpire al cuore. Una storia d’amore imperfetta. Di fragilità e passione. Di vita che cambia all’improvviso. Siamo a Lecce. Elena (una Kasia Smutniak da brividi) lavora in un bar con l’amica Silvia (Carolina Crescentini) e Fabio (Filippo Scicchitano). Un giorno arriva Antonio. Lo interpreta Francesco Arca. È duro, scontroso, spesso fastidioso. Ma qualcosa in lui esplode. Come un fuoco che brucia piano. Elena e Antonio non si sopportano. Ma si desiderano. Forte. Di quell’attrazione che non ascolta la ragione. E che cambia tutto per sempre.

Nel 2000 lei sogna un locale, è fidanzata con Giorgio (Francesco Scianna). Ma nel 2014 tutto è diverso: ha due figli e un matrimonio difficile con Antonio. La quotidianità è complicata. Ma il colpo più duro deve ancora arrivare: Elena scopre di avere un tumore al seno. E il mondo smette di girare. Da lì si apre un abisso. Ma anche uno spazio per capire cosa conta davvero: l’amore, l’amicizia, la famiglia. E il tempo che non torna.

Stasera in tv
Stasera in tv Allacciate le cinture

Stasera in tv un cast corale, due epoche e un dolore che insegna

Il film si muove tra due piani temporali. Non è solo un espediente narrativo. È una scelta che rende tutto più vero. Più nostro. Nel cast anche Elena Sofia Ricci, Paola Minaccioni, Carla Signoris, Giulia Michelini e Luisa Ranieri. Un insieme di voci, volti e anime. Minaccioni ha vinto il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista. Smutniak ha trionfato nella categoria principale. Il film ha ricevuto ben 11 nomination ai David di Donatello. Non è un caso. È la conferma di un’opera che tocca corde profonde.

Il titolo nasce da una frase storica di Bette Davis in Eva contro Eva: “Allacciate le cinture di sicurezza”. Una metafora perfetta. Per una vita in turbolenza. La scelta di Francesco Arca come protagonista fece discutere. Ma Özpetek lo difese. E oggi possiamo dire: aveva ragione lui. Con Allacciate le cinture, il regista torna al Sud, alla coralità, alla malattia affrontata con dignità. Torna a parlare di comunità, di donne forti, di sentimenti veri.

La malattia non è solo un pretesto narrativo. È un terremoto silenzioso. Che spacca tutto. E mostra chi siamo quando cade ogni maschera. Il film ha lasciato un segno nel cinema italiano. Ha aperto la strada a nuove storie, nuove voci. Ha mostrato che si può parlare di dolore. Con delicatezza. E con amore. Molti elementi – come la narrazione su due epoche, l’amicizia femminile, il Sud come luogo dell’anima – torneranno in altre opere italiane successive. Ma qui tutto nasce. O meglio, tutto ritorna. Perché Özpetek ci riporta a casa. Lì dove ci si ama male, ci si perde, ma ci si ritrova. In fondo, è questo che conta.

Non perdere questo film. Non è solo cinema. È una carezza e uno schiaffo. È un invito a sentire. Ad ascoltare. A vivere tutto. Fino in fondo. Stasera in tv, su Rai Movie, ore 21:10. Prepara i fazzoletti. E allaccia le cinture.

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