Giuseppe Zeno è tornato. E stavolta lo fa con un film che parla di seconde possibilità, di amore perduto e di ferite da ricucire. Dopo aver incantato milioni di spettatori con le fiction Mina Settembre e Blanca, l’attore napoletano si rimette in gioco in una storia intensa, umana, vera.
Tempi Supplementari è il titolo del nuovo film TV diretto da Ago Panini, prodotto da Pepito Produzioni con il sostegno della Veneto Film Commission. Un’opera che mescola sport, paesaggi italiani e sentimenti profondi. Accanto a lui nel cast troviamo Clotilde Sabatino (L’amica Geniale, Un posto al sole), Alvise Marascalchi, Bianca Baglioni e Arianna Moro. Una squadra che promette autenticità, emozioni e scene che restano nella memoria.
Le riprese si stanno svolgendo in Veneto, tra Feltre, Arsiè, Pedavena, Sovramonte e la meravigliosa Alpago, in provincia di Belluno. Alcune scene sono ambientate anche sull’altopiano di Asiago, nel vicentino. Una scelta che regala al film un’atmosfera sincera, aspra e poetica. In un panorama dominato da effetti speciali e trame esasperate, Tempi Supplementari sceglie un’altra strada: quella del cuore.

Giuseppe Zeno è un padre spezzato con una figlia lontana e una squadra da ricostruire: dentro la storia di “Tempi Supplementari”
Sandro era un allenatore di hockey. Amato, rispettato, carismatico. Poi, qualcosa si è rotto. La carriera è crollata. E insieme a essa, anche il rapporto con la figlia Thea. Quando tutto sembra perduto, arriva una proposta inaspettata: allenare una squadra giovanile composta da ragazzi difficili. Ragazzi che non hanno nulla da perdere. Come lui. È proprio sul ghiaccio, tra errori, speranze e piccoli successi, che Sandro ritrova Thea. Il loro incontro non è semplice. È scontro prima che abbraccio. È distanza prima che possibilità.
Il film si muove su due binari forti: da una parte la sfida sportiva, dall’altra quella emotiva. Due battaglie che si intrecciano e si influenzano, creando un racconto potente. Nel silenzio delle valli alpine, tra palazzetti vuoti e vite spezzate, il protagonista affronta la sua partita più importante. Non per vincere, ma per rientrare in campo. Per provarci ancora. Come nei veri tempi supplementari.
La sceneggiatura evita la retorica e punta dritta al cuore. I dialoghi sono essenziali, le emozioni trattenute. Nulla è urlato. Tutto è sentito. Non ci sono eroi. Solo persone che cadono e provano a rialzarsi. Tempi Supplementari non è solo un film. È un invito. A ricominciare, a chiedere perdono, a crederci ancora. Anche quando tutto sembra finito.
Giuseppe Zeno si carica sulle spalle un personaggio fragile e carico di colpe. Ma lo fa con misura, intensità e verità. Proprio come ci ha abituati nei suoi ruoli più amati. Chi lo ha seguito in Mina Settembre e Blanca ritroverà qui qualcosa di diverso: più terreno, più spezzato, più vicino. Il film è già destinato ad essere un piccolo cult. E una storia che resterà impressa in chi ha vissuto, amato, sbagliato. E vuole riprovarci ancora.
