Netflix, thriller d’alta quota che non ti lascia scampo: Cillian Murphy è il cattivo che non dimenticherai

Su Netflix un thriller psicologico teso come un filo, ambientato su un aereo e con due attori che oggi sono più amati che mai.

Rachel McAdams e Cillian Murphy sono i volti magnetici di Red Eye, il film che Wes Craven ha diretto nel 2005 ma che oggi, su Netflix, risuona più attuale che mai. Lei è una dirigente alberghiera in viaggio di ritorno. Lui è un uomo affascinante che le si siede accanto. Il volo è notturno, claustrofobico, silenzioso. Ma dopo il decollo, la maschera cade. Inizia così una discesa all’inferno ad alta quota. Senza bisogno di mostri, sangue o urla esagerate. Solo due persone. Uno accanto all’altra. E il terrore che cresce, sottile.

Lisa Reisert ha un compito semplice: cambiare una prenotazione d’albergo. Ma se non lo fa, suo padre morirà. È il ricatto che le impone Jackson Rippner, criminale legato a una cellula terroristica. Il tutto in una cabina pressurizzata a 10.000 metri. Con hostess, passeggeri e personale ignari. Red Eye è un thriller puro. Pochi elementi. Massima tensione. Brian Cox, nei panni del padre di Lisa, aggiunge umanità e spessore. Jayma Mays, Jack Scalia e altri volti noti completano un cast solido, equilibrato.

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Red Eye su Netflix

Netflix, un film compatto, intelligente e mai scontato: ecco perché oggi è più attuale di allora

Quando uscì, Red Eye venne salutato come un ritorno alla forma per Wes Craven, dopo la parentesi meno felice di Cursed. Ma col tempo, è diventato qualcosa di più. È uno dei primi thriller del post-11 settembre a inserire il tema del terrorismo internazionale in una storia di puro intrattenimento. Ma senza perdere il cuore. Senza perdere l’empatia. Il pubblico ha premiato la compattezza narrativa. 85 minuti scarsi. Nessun tempo morto. Una protagonista che cambia sotto i nostri occhi. E un cattivo che ti entra nella pelle. Cillian Murphy incarna la paura senza trucco. Niente maschere. Solo uno sguardo. Una voce calma. E minacce sussurrate. Il male che siede accanto a te.

Non a caso il film è stato candidato a diversi premi: Saturn Awards, MTV Movie Awards, Teen Choice. E Rachel McAdams ha ricevuto un premio al Hollywood Film Festival come miglior rivelazione. Lo stesso Murphy raccontò di aver volato da Londra a Los Angeles solo per parlare con Craven, due giorni prima del suo matrimonio. Tanto desiderava il ruolo. Il regista, invece, ha spiegato che voleva esplorare un tipo di terrore nuovo. Più sottile. Più intimo. Che non arriva dai mostri, ma dalla paura di restare impotenti. Di non avere via d’uscita.

Red Eye ha ispirato molti altri film girati in spazi ristretti. Alcuni lo paragonano a Phone Booth o Buried. Ma il suo fascino sta nel non voler strafare. Ogni scena è calibrata. Ogni sguardo conta. Perfino il titolo è una metafora. Red eye è il nome dei voli notturni. Quelli che ti lasciano con gli occhi stanchi, arrossati. Ma anche della tensione che si accumula. Dell’ansia che non ti fa dormire.

Non un capolavoro. Ma un piccolo cult che ha superato la prova del tempo. In un’epoca in cui i thriller durano due ore e si perdono in sottotrame, Red Eye è un gioiello compatto. Diretto, preciso. E disponibile ora su Netflix. Guardalo stasera. Ma non ti aspettare di dormire tranquillo.

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