Ci sono film che passano in sordina e altri, invece, che lasciano il segno: “Delta”, diretto da Michele Vannucci, appartiene alla seconda categoria e Rai 3 lo propone in seconda serata il 2 agosto 2025. Un appuntamento da non perdere.
Protagonista assoluto è Alessandro Borghi, insieme a Luigi Lo Cascio. Due volti simbolo del cinema italiano contemporaneo. Sullo sfondo, il Delta del Po: natura selvaggia, fango, nebbia e silenzi che pesano più delle parole. “Delta” è un western fluviale. Ma dimenticate i cavalli e le praterie. Qui ci sono barche sgangherate e acque torbide. Bracconieri e pescatori combattono per sopravvivere. Senza eroi, senza sconti.
Al centro della storia Osso (Lo Cascio), guardiacaccia locale, che difende il fiume dalle mani rapaci della famiglia Florian. Bracconieri rumeni, fuggiti dal Danubio e approdati nel Po. A tradire Osso è proprio uno dei suoi: Elia, interpretato da Borghi. Un uomo del posto, spinto dalla rabbia e dalla solitudine. Il loro scontro diventa il cuore pulsante del film. Accanto a loro troviamo Greta Esposito nel ruolo di Nina, la sorella di Osso, e Emilia Scarpati Fanetti nei panni di Anna, ex compagna del guardiacaccia. Il cast si completa con Marius Bizau, Denis Fasolo, Roxana Doran e Mirko Artuso.

Un film premiato e ispirato a storie vere
“Delta” non è solo un film di tensione e violenza. È anche un’opera che parla del nostro tempo. Di marginalità, di fatica, di territori dimenticati. Presentato al 75° Locarno Film Festival, ha ricevuto tre candidature ai Nastri d’Argento 2023: Miglior Fotografia (Matteo Vieille), Miglior Sonoro in presa diretta (Angelo Bonanni) e Migliore Musica (Teho Teardo). Ha ottenuto nomination anche al Haifa International Film Festival e al Pingyao International Film Festival, confermando il suo valore internazionale.
Le riprese si sono svolte proprio nel vero Delta del Po, tra Riva del Po, Mesola, Goro, Comacchio, Ferrara e Porto Tolle. Sei settimane di lavoro immersi in una natura che non fa sconti. Vannucci si è ispirato a storie vere raccolte sul posto, ascoltando i racconti di pescatori e guardiacaccia. Il risultato? Un film autentico, dove il paesaggio è protagonista tanto quanto gli uomini.
Impossibile dimenticare la fotografia desaturata, i lunghi silenzi e il suono del vento che attraversa canneti e argini. Il Po non è solo un luogo: è un confine morale. “Delta” ha aperto una strada per il cinema italiano. Ha rilanciato il paesaggio rurale come elemento narrativo. E ha confermato il coraggio produttivo della casa Groenlandia, già dietro successi come Il primo re e La terra dei figli. Dopo “Delta”, altri registi hanno seguito questa rotta. Storie di frontiera, ambientate in zone marginali, sono diventate sempre più presenti nel nostro cinema.
Perché guardarlo oggi?
Perché è raro vedere in tv un film così crudo e poetico insieme. Perché Borghi e Lo Cascio danno vita a personaggi feriti e veri. E perché il Delta del Po, spesso invisibile sullo schermo, diventa cuore e ferita dell’Italia profonda. Non aspettatevi risposte facili. “Delta” è un viaggio nel lato oscuro dell’animo umano. Dove bene e male si confondono, e la natura osserva silenziosa.
Un film che lascia domande aperte e immagini che restano impresse. Da guardare senza distrazioni, lasciandosi trascinare dalla corrente. Appuntamento su Rai 3, sabato 2 agosto 2025, seconda serata. Un film che merita finalmente la sua occasione in chiaro.
