Stasera in tv, l’ultimo antieroe d’America: il film crime più trascurato degli anni 2010, scuote la coscienza

Clint Eastwood torna stasera in tv con un personaggio memorabile: Earl Stone, floricoltore in rovina e corriere della droga per disperazione. Alle 21:31 su Rete 4 va in onda “Il corriere – The Mule”, film del 2018 ispirato a una storia vera che lascia il segno.

Non è il classico thriller d’azione. È un viaggio emotivo negli Stati Uniti profondi. È il ritratto crudo e sincero di un uomo qualunque che affronta i propri demoni. Una storia di redenzione, solitudine e rimpianti.

Nel cast troviamo volti noti del cinema americano: Bradley Cooper nei panni dell’agente DEA Colin Bates, Laurence Fishburne come capo dell’unità antidroga, Michael Peña, Dianne Wiest e Andy Garcia. Senza dimenticare Alison Eastwood, figlia del regista, e Taissa Farmiga. La regia è asciutta, essenziale. Eastwood dirige con la stessa eleganza severa che abbiamo visto in Gran Torino e Million Dollar Baby. Ancora una volta, racconta gli uomini ai margini, quelli che nessuno vuole ascoltare.

“Il corriere – The Mule” ha incassato oltre 168 milioni di dollari nel mondo. Eppure, agli Oscar è passato inosservato. La critica, però, lo ha accolto con rispetto: il film è stato definito un ritorno potente di Eastwood, capace di emozionare senza retorica.

Stasera in tv
Il corriere – The Mule, stasera in tv

La vera storia dietro il film stasera in tv e il viaggio interiore di Clint Eastwood

Il film si ispira a fatti reali. La storia vera di Leo Sharp, veterano della guerra di Corea, che a 90 anni divenne corriere del cartello di Sinaloa. Arrestato e condannato, Leo Sharp scontò solo un anno di carcere per motivi di salute. Eastwood sceglie di raccontare questa storia senza giudicare. Mostra un uomo anziano che cerca un senso negli ultimi anni della sua vita. Earl Stone non è un eroe, né un criminale puro. È solo un uomo stanco di vivere senza amore né scopo.

La sceneggiatura porta la firma di Nick Schenk, già autore di Gran Torino. E proprio come in quel film, Eastwood ci mostra un’America rurale, solitaria, fatta di strade deserte e motel dimenticati. Le riprese si sono svolte tra la Georgia e il New Mexico. I paesaggi diventano specchio dell’anima del protagonista: vuoti, polverosi, infiniti.

“The Mule” è un film che parla a chiunque abbia sbagliato nella vita. E che, un giorno, ha sentito il bisogno di rimediare. Anche quando sembra troppo tardi. Col tempo, il film ha influenzato altri registi e attori. Ha aperto la strada ai cosiddetti “late style movies”: storie di anziani fragili, alla ricerca di un ultimo riscatto. Un esempio? The Old Man con Jeff Bridges o Nomadland di Chloé Zhao.

La figura di Earl Stone ha rafforzato il filone dei protagonisti anziani, vulnerabili e lontani dagli stereotipi hollywoodiani. Uomini soli, stanchi, ma ancora in grado di compiere scelte coraggiose. Stasera in tv, questo film ci ricorda che nessuno è mai davvero finito. Finché c’è strada davanti, c’è speranza di cambiare.

Non è solo una storia di droga e criminalità. È una confessione silenziosa. È Clint Eastwood che riflette sul tempo che passa e sulle occasioni perse. Con la sincerità disarmante di chi sa che la fine è vicina, ma non per questo meno importante da vivere fino in fondo. Per chi ama il grande cinema, questa è una tappa obbligata. Non perdetelo.

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