Roma, una Vespa, uno sguardo rubato al semaforo: è così che inizia Scusa ma ti chiamo amore, il film che stasera in tv torna su La5 alle 21:10. Un ritorno atteso. Perché non è solo un film. È un ricordo collettivo, una fotografia dell’Italia dei primi anni Duemila.
Raoul Bova è Alex Belli, pubblicitario di successo. Ha 37 anni, una relazione finita e una vita che sembra a fuoco ma non lo è. Poi arriva Michela Quattrociocche, alla sua prima prova sul grande schermo. Interpreta Niki Cavalli, diciottenne, liceale, ribelle e vitale. In una Roma scintillante, sospesa nel tempo, scoppia l’inaspettato. Una storia d’amore fuori dai margini, scritta e diretta da Federico Moccia, già autore del romanzo best-seller da cui il film è tratto. Uscito al cinema nel 2008, incassò oltre 12 milioni di euro solo in Italia. Un successo che travalicò i confini del genere teen.
Nel cast anche Veronica Logan, Luca Angeletti, Ignazio Oliva, Francesco Apolloni, Luca Ward (voce narrante) e persino un cameo dei Zero Assoluto. Scusa ma ti chiamo amore ha lasciato il segno. Non solo al botteghino. Ma nella forma in cui in Italia si racconta l’adolescenza, l’amore, il salto nel vuoto che spesso un sentimento porta con sé.
Michela Quattrociocche vinse il Premio Ippocampo come miglior attrice esordiente al Festival Maremetraggio. E il film generò un seguito: Scusa ma ti voglio sposare, uscito nel 2010. Sempre con Bova. Sempre con lei. Non è solo nostalgia. È la forza con cui certe storie restano. Cambiano le mode, cambiano i telefoni. Ma quel brivido lì – quello che ti prende e non ti lascia – è lo stesso.

Stasera in tv un amore che divide, ma insegna: ecco perché riguarda anche te
Scusa ma ti chiamo amore è il racconto di un equilibrio fragile. Una relazione tra due mondi lontani, tra due età che si guardano e si sfiorano. Non c’è solo romanticismo. C’è la domanda che tutti, prima o poi, ci facciamo: “posso davvero lasciarmi andare?”. Alex ha una carriera. Una casa. Un percorso già scritto. Niki ha una Vespa, un diario pieno di sogni e l’energia di chi ancora può scegliere tutto. Lui si sente vecchio. Lei si sente eterna. Insieme, si scoprono vivi. E questo, ieri come oggi, non lascia indifferenti.
Federico Moccia, già autore di Tre metri sopra il cielo, firma la sceneggiatura insieme a Chiara Barzini e Luca Infascelli. La città – Roma – è ritratta come un personaggio: bella, simbolica, complice. Ponte Milvio torna protagonista, con i lucchetti dell’amore che tanti giovani hanno imitato nella realtà.
Il film ha ispirato una stagione. Ha consolidato un nuovo filone del cinema sentimentale italiano: quello che racconta gli amori con grande differenza d’età. Non con il giudizio, ma con lo stupore di una favola urbana. Ha parlato a chi non si sentiva rappresentato. A chi amava fuori tempo. A chi voleva una storia che non si scusasse per essere “troppo”.
Da allora, tante altre pellicole e serie tv hanno provato a seguire la sua strada. Ma quel mix di leggerezza, audacia e fragilità emotiva resta unico. Ha dato forma a un vero Moccia-verse, con codici, linguaggi e visioni che parlavano ai ragazzi – e spesso anche agli adulti – come nessuno aveva fatto prima. Stasera in tv, su La5, quel mondo ritorna. Per chi c’era e vuole ricordare, per chi non l’ha mai visto e ha voglia di emozionarsi. Per chi crede ancora che una canzone in scooter possa cambiare una giornata. Non è solo un film. È un battito di cuore. E, a volte, basta quello per riscrivere una serata.
