Robin Williams, una giungla che prende vita, tamburi che battono nel silenzio: Jumanji non è solo un film, è un’icona degli anni ’90, eppure, su Netflix, oggi quasi nessuno lo nota.
E questa è una di quelle ingiustizie da sistemare subito. Perché Jumanji (1995), diretto da Joe Johnston e tratto dall’albo illustrato di Chris Van Allsburg, è ancora disponibile in streaming. Ma solo fino al 30 giugno. Pochi giorni per rivedere un cult che ha segnato un’intera generazione. E che ha lanciato un immaginario ancora oggi fertile. La giungla nel soggiorno, gli animali in città, il gioco che ti inghiotte: tutto partiva da lì.
Nel cast troviamo un Robin Williams in stato di grazia. Nei panni di Alan Parrish, il bambino intrappolato per 26 anni in un mondo ostile. Con lui, una giovanissima Kirsten Dunst, Bonnie Hunt, Bradley Pierce, e Jonathan Hyde in un doppio ruolo memorabile: il padre di Alan e il villain Van Pelt.
La storia è potente e semplice. Un gioco da tavolo viene trovato da un ragazzino nel 1969. Al primo tiro, sparisce nella giungla. Anni dopo, altri bambini lo liberano. Ma il caos non finisce lì. Il gioco dev’essere terminato per fermare le calamità che ha scatenato. Animali, tempeste, insetti giganti, piante carnivore. E la paura più profonda: quella di non essere mai cresciuti. O di crescere troppo presto.

Netflix, un film che fece la storia (e continua a ispirare)
Quando uscì nelle sale, Jumanji fu un successo globale. Incassò oltre 260 milioni di dollari, conquistando pubblico e critica. Vinse diversi premi, tra cui un Saturn Award per Bonnie Hunt e nomination per Robin Williams e Kirsten Dunst. Gli effetti speciali firmati Industrial Light & Magic alzarono l’asticella per i film per famiglie. La CGI era ancora agli albori, ma qui fu usata con immaginazione e impatto.
Il film fu girato tra Canada e Stati Uniti. I set reali e le scenografie pratiche diedero concretezza all’incredibile. E la frase diventata iconica – “Nella giungla dovrai stare finché un cinque o un otto non compare” – è rimasta impressa nella cultura pop. Il finale? Un colpo al cuore. Alan e Sarah tornano bambini. E possono riscrivere tutto, cambiare il passato. Salvare non solo se stessi, ma anche i futuri amici Judy e Peter.
Jumanji ha poi generato un vero universo narrativo. Prima con Zathura, poi con i reboot/sequel Welcome to the Jungle (2017) e The Next Level (2019), con Dwayne Johnson, Jack Black e Kevin Hart. Ma nulla ha più l’effetto “wow” del primo, quello del 1995. Il più avventuroso, emotivo e pieno di cuore. E oggi è lì, su Netflix. Nascosto tra decine di novità. In silenzio. Ma solo fino al 30 giugno. Non aspettare che sparisca per ricordarti quanto ti è piaciuto. Torna nella giungla. Batti i dadi. E ascolta quei tamburi. Una volta di più.
