Durante l’Italian Global Series Festival di Roma è stato finalmente rotto il silenzio su Il Commissario Ricciardi 3.
Una serie che ha fatto emozionare milioni di spettatori su Rai 1, tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni e interpretata da Lino Guanciale, tornerà con episodi carichi di pathos e svolte personali profonde. Presenti all’evento la produttrice della serie, Serena Iansiti (Livia), Antonio Milo (Maione) ed Enrico Ianniello (Bruno Modo), che hanno condiviso con il pubblico anticipazioni forti, drammatiche e, in alcuni casi, dolorose. Il cuore della terza stagione? Le relazioni. I sentimenti. Le decisioni definitive.

Il Commissario Ricciardi 3: un uomo spezzato tra amore e dolore. E una Napoli che respira attraverso ogni personaggio
La produttrice è stata chiara: “I lettori già lo sanno: Ricciardi dovrà scegliere. Sarà un’evoluzione sentimentale bellissima ma anche drammatica.” Una scelta che riguarda Livia Lucani, interpretata da una intensa Serena Iansiti. Cantante lirica, vedova, moderna e affascinante, Livia si troverà di fronte a un destino che non può controllare. E dovrà accettare l’inevitabile. Ma il suo cammino non finisce. “Per amore di Ricciardi inizierà una relazione con un nazista”, anticipa Iansiti. Poi un nuovo personaggio oscuro, la plagerà. Una spirale emotiva intensa. In quattro episodi, una vita intera sconvolta.
Il dottor Bruno Modo, l’anatomopatologo schietto e antifascista, scoprirà qualcosa che cambierà tutto: “Dovrà amare l’assassino della donna che amava”, ha detto Enrico Ianniello. Una frase che basta per capire il tormento. Modo, amico fidato di Ricciardi, si troverà costretto a guardare oltre l’odio, ad accettare una verità che lo scuote dentro. Un personaggio che, stagione dopo stagione, conquista per profondità e umanità.
Antonio Milo, invece, ha svelato la svolta definitiva per Maione, il brigadiere napoletano dal cuore ferito. Dopo anni di lutto per la morte del figlio Luca, arriverà finalmente la riscoperta della paternità. “Sciolgo il nodo”, ha detto Milo. La ferita si trasforma in forza. La perdita in rinascita.
Il tema centrale di questa stagione è chiaro: la genitorialità. Ma anche l’amore che non salva. Le scelte che bruciano. E i sentimenti che uniscono i personaggi come vene di uno stesso cuore pulsante: Napoli. “De Giovanni ha scritto altri tre romanzi, ma ha deciso di fermarsi. Però mai dire mai”, ha svelato la produttrice. La serie ha ancora molto da dire. E ogni personaggio respira la stessa aria carica di bellezza e tragedia.
Il dolore che evolve. E quella scelta che non può più aspettare
Il pubblico affezionato conosce già il tono della serie: cupo, elegante, quasi lirico. Ma in questa stagione, secondo chi l’ha già letta e interpretata, ci sarà un’accelerazione emotiva mai vista prima. “Le sceneggiature erano forti, bellissime, cariche di colpi di scena”, dice Milo. E ogni nodo emotivo verrà al pettine. Con delicatezza, ma anche con urgenza.
Ricciardi dovrà affrontare un bivio sentimentale. Il dono che lo tormenta – vedere gli spiriti delle vittime – sarà meno centrale, ma ancora presente. Stavolta però sarà l’anima viva dei personaggi ad attirare l’attenzione. Non più il crimine, ma le sue conseguenze sui cuori. La Napoli degli anni Trenta è di nuovo il palcoscenico. Una città viva, malinconica, in pieno fascismo. Ma anche uno specchio dei protagonisti, che si muovono tra rigore morale, passione e dovere.
Il cast è affiatato. La regia promette momenti intimi, profondi. E il pubblico si prepari a piangere, ad arrabbiarsi, a tifare, a rivedersi in quelle fragilità che Il Commissario Ricciardi non ha mai nascosto. Perché questa serie non è solo un giallo d’epoca. È una storia di umanità. E in questa terza stagione, il cuore batte più forte che mai.
