Travolgente su Netflix, dimenticato nei cinema: film italiano tra i più potenti con Stefano Accorsi (che oggi conquista tutti)

Stefano Accorsi, Andrea Carpenzano, Leonardo D’Agostini, Roma, Netflix, David di Donatello, Nastro d’Argento. Bastano questi nomi per riaccendere l’interesse attorno a Il campione, film italiano che sta vivendo una nuova vita tra le tendenze della piattaforma.

Uscito nel 2019, fu accolto con entusiasmo dalla critica ma passò quasi inosservato al cinema. Oggi, è uno dei contenuti più visti su Netflix Italia.

Christian Ferro, calciatore della AS Roma, è il protagonista di una storia che intreccia il successo sportivo con il bisogno umano di essere compresi. Ragazzo prodigio dal talento devastante, ma con un temperamento ingestibile. La società, preoccupata per i suoi comportamenti, gli affianca Valerio Fioretti, un professore con un passato difficile e nessuna passione per il calcio. Un intellettuale schivo, interpretato con intensità da Stefano Accorsi.

Nasce un rapporto tormentato ma profondo. Un percorso fatto di silenzi, scontri, ferite aperte e fiducia da ricostruire. I due si riflettono a vicenda, si aiutano a rimettere insieme i pezzi. La sceneggiatura scava sotto la superficie. Non parla solo di sport, ma di educazione, fragilità, rabbia e crescita. I riflettori si spostano dall’erba del campo all’animo umano.

Il campione è un racconto universale. Una parabola di formazione, ambientata nel mondo iperrealistico della Serie A, dove il successo si paga a caro prezzo. Accorsi e Carpenzano offrono interpretazioni di straordinaria intensità. Il primo, misurato e profondo. Il secondo, irrequieto, autentico, emozionante.

Stefano Accorsi
Il Campione su Netflix

Dal quasi flop in sala al culto su Netflix: perché oggi tutti parlano de Il campione con Stefano Accorsi

Nel 2020, Leonardo D’Agostini riceve la nomination come Miglior regista esordiente ai David di Donatello. Stefano Accorsi viene candidato come Miglior attore non protagonista anche ai Nastri d’Argento. Ma il pubblico resta distratto. Al cinema il film passa quasi sotto silenzio. Forse troppo intimo per un grande schermo dominato da blockbuster e commedie. Oggi, però, qualcosa è cambiato. Il pubblico lo ha riscoperto. Netflix gli ha restituito visibilità. Non è solo una questione di attori famosi. È la storia a toccare corde profonde. La solitudine, il senso di fallimento, il bisogno di qualcuno che creda in te.

Christian Ferro ricorda figure reali come Mario Balotelli e Antonio Cassano, calciatori dal talento assoluto e vite turbolente. E proprio per questo è credibile, umano, vicino. Curioso notare che nel film appare un maialino domestico. Un piccolo simbolo della dualità di Christian: istintivo ma capace di tenerezza.

La narrazione evita ogni retorica. Mescola tensione, silenzi e piccoli momenti di poesia quotidiana. Fa riflettere su quanto sia difficile diventare adulti, soprattutto sotto i riflettori. Il successo attuale ha anche influenzato il cinema italiano. Dopo Il campione, altri autori hanno osato raccontare lo sport da prospettive nuove, più intime e fragili. Una rinascita che dimostra come le storie giuste, prima o poi, trovino la loro strada. E il loro pubblico.

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