Giuseppe Fiorello firma il suo primo film da regista e lo fa con una storia vera: un racconto che ferisce, commuove e invita a ricordare, così, sabato 28 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQIA+, Rai 3 trasmette in prima serata “Stranizza d’amuri”.
Un titolo poetico, tratto da una canzone di Franco Battiato. Un’opera che mescola amore e memoria, girata in una Sicilia calda e bellissima. Sullo sfondo i Mondiali del 1982, vinti dall’Italia. Al centro, due ragazzi. Due anime sole. Gianni ha diciassette anni, è omosessuale, e vive con la madre in un piccolo paese. Vittima di bullismo, subisce l’ignoranza quotidiana di chi lo circonda. La sua vita cambia quando incontra Nino, sedici anni, figlio di una famiglia rigida. Dopo un incidente in motorino nasce un’amicizia. Poi qualcosa di più. Ma quell’amore, troppo fragile per resistere, dovrà restare nascosto.
“Stranizza d’amuri” non è solo un film d’amore. È un grido. Un ricordo. È ispirato a un fatto reale: il delitto di Giarre del 1980, in cui Giorgio Giammona e Antonio Galatola furono uccisi per il loro orientamento sessuale. Il film è dedicato a loro. A interpretare Gianni c’è Samuele Segreto, giovane attore e ballerino, noto anche per la sua partecipazione ad Amici di Maria De Filippi. Al suo fianco Gabriele Pizzurro nel ruolo di Nino. Completano il cast Simona Malato, Fabrizia Sacchi, Antonio De Matteo, Enrico Roccaforte e altri.
Le riprese si sono svolte in location autentiche della Sicilia orientale: Noto, Marzamemi, Buscemi, Pachino. Il calore della terra siciliana si respira in ogni scena.

Rai, in chiaro un’opera necessaria: un cinema che lascia il segno
Stranizza d’amuri ha ricevuto sette premi e sei nomination. Tra questi, il Nastro d’Argento 2023 come miglior regista esordiente e una candidatura ai David di Donatello 2024. Ha vinto anche al Premio Cinema Giovane e conquistato il pubblico studentesco.
La regia di Giuseppe Fiorello sorprende. Non cerca il compiacimento. Racconta con dolcezza e rigore. Ogni inquadratura è pensata, ogni silenzio pesa. La scelta di affidare due scene chiave alla musica di Battiato amplifica l’emozione. Fiorello ha lavorato a lungo a questo progetto. Da siciliano, ha sentito la responsabilità di ricordare ciò che è stato dimenticato. “Dovevo raccontare questa storia”, ha dichiarato. E ci è riuscito.
Il film si inserisce in una nuova stagione del cinema italiano. Una stagione in cui si osa, si parla di omofobia, di intolleranza, ma anche di libertà e amore. Un cinema che unisce memoria e poesia. Come hanno fatto di recente film come “Le Otto Montagne” o “La Chimera”. Ma Stranizza d’amuri è anche qualcosa di diverso. È un atto di giustizia. Un tributo silenzioso a chi non ha avuto voce. E un invito a non voltarsi mai dall’altra parte. In un tempo in cui la rappresentazione LGBTQ+ è ancora bersaglio di polemiche, questa pellicola è un faro. Una visione necessaria, soprattutto se si guarda con il cuore. Sabato 28 giugno, alle ore 21:20, sintonizzati su Rai 3. Non è solo un film. È un’occasione per riflettere. E per non dimenticare.
