Doppio Gioco convince tutti: tranne la programmazione Mediaset.
Doppio Gioco, la nuova fiction di Canale 5 con Alessandra Mastronardi e Max Tortora, ha debuttato il 27 maggio 2025 lasciando dietro di sé una scia di commenti entusiasti. Basta dare un’occhiata a X (ex Twitter) per rendersi conto dell’impatto: definita “elettrizzante”, “una trama avvincente”, “una vera ventata di novità”, la serie sembra aver colpito nel segno. A colpire subito è la chimica tra i protagonisti. La Mastronardi dà vita a Daria, donna dal passato doloroso ma con un dono raro: legge le persone come fossero libri aperti. Max Tortora, lontanissimo dalle atmosfere leggere de I Cesaroni, abbraccia un ruolo cupo e misterioso, dimostrando una versatilità che ha stupito il pubblico.
Il ritorno di questa coppia amatissima in vesti completamente nuove ha sicuramente contribuito al successo delle prime puntate. Un’operazione nostalgia fatta con intelligenza. La serie non si accontenta della struttura classica. Spy story, thriller psicologico, dramma familiare, con venature romantiche e momenti d’azione: Doppio Gioco intreccia generi diversi senza mai perdere ritmo. E ci riesce grazie a una narrazione a strati, in cui il tema del doppio tra identità, scelte morali, vita pubblica e privata si riflette perfettamente anche nelle dinamiche del poker, centrale nella trama.
Un prodotto di qualità (quasi) internazionale: allora perché Doppio Gioco rischia di fallire?
Molti utenti hanno sottolineato l’estetica raffinata della fiction: location mozzafiato tra Roma e i Castelli, una fotografia curata, una regia che punta al dinamismo senza sacrificare l’emozione. Non mancano colpi di scena e un costante senso di tensione. Una fiction che, per stile e ambizione, si avvicina al linguaggio delle produzioni internazionali. Ma perché lanciarla quasi d’estate? Tutto perfetto, o quasi. L’unica nota stonata è appunto la programmazione, che rischia di favorire un tonfo spiacevole per un prodotto azzeccato.

Mediaset ha deciso di giocarsi una delle sue fiction più interessanti proprio alla fine di maggio, praticamente alle porte dell’estate. Una scelta che molti non hanno capito, soprattutto perché in questo periodo gli ascolti televisivi tendono a calare fisiologicamente. Una parte del pubblico si è detta dispiaciuta: un prodotto del genere, con queste potenzialità, avrebbe meritato una collocazione più strategica, magari in autunno, quando la voglia di serie tv e divano è al massimo. Un vero peccato, perché la qualità non manca e il riscontro positivo è sotto gli occhi di tutti. Speriamo solo che la forza del passaparola digitale riesca a compensare un lancio televisivo un po’ sacrificato.
