Doc, qualcosa non quadra: perché il remake americano della fiction Rai con Luca Argentero ha un limite assurdo

È partito da pochi giorni, ma già fa discutere il remake americano di Doc – Nelle tue mani, intitolato semplicemente Doc, sbarcato su Rai 1 il 20 maggio 2025 (e senza Luca Argentero). Negli Stati Uniti, è una produzione Fox. In Italia, un esperimento. Ma c’è un dettaglio che inizia a far storcere il naso a molti.

Gli episodi, a differenza di ogni altra fiction Rai recente, non restano disponibili su RaiPlay per settimane o mesi. Al contrario: scompaiono dopo pochi giorni. I primi due, trasmessi il 20 maggio, spariranno tra soli 7 giorni. E così via per gli altri. È una corsa contro il tempo. Chi vuole guardare la serie dopo la messa in onda, deve farlo subito. Oppure rassegnarsi. E no, non è una decisione casuale. È una questione di diritti. Il prodotto non è interamente Rai. È co-prodotto da Fox, e questo cambia tutto.

In molti si aspettavano la solita comodità: “Lo guardo quando voglio”. Ma questa volta non è così. E, in una stagione come quella primaverile ed estiva, questo è un problema reale. Chi guarda la tv con il caldo di maggio o giugno? Chi ha voglia di seguire una fiction martedì sera, a orari fissi, nel 2025? Pochi. Ma questa fiction – al di là del confronto con quella italianamerita di essere scoperta. E invece, rischia di essere dimenticata.

Doc America: una protagonista nuova, una storia diversa, ma la stessa anima

Il nuovo Doc è ambientato negli Stati Uniti, più precisamente a Minneapolis. Al posto del dottor Andrea Fanti, interpretato da Luca Argentero nella versione italiana, troviamo una protagonista femminile: la dottoressa Amy Larsen, interpretata da Molly Parker. Amy è primario di Medicina Interna al Westside Hospital. Un incidente d’auto le cancella otto anni di vita. Si risveglia in un mondo che non riconosce più. La sua carriera è cambiata. I suoi affetti pure.

Doc
Amy Larsen in Doc

Il trauma è lo stesso: ricostruire chi sei, da zero. Ma il modo in cui lo raccontano è diverso. Il ritmo è americano, più veloce. I toni sono meno emotivi rispetto alla fiction italiana, ma la tensione narrativa è fortissima. Nel cast ci sono Omar Metwally, Jon Ecker, Amirah Vann, Scott Wolf e Patrick Walker. Una squadra di attori solidi, già visti in altre serie d’Oltreoceano. Ma qui c’è qualcosa di nuovo. Una profondità diversa.

Gli episodi trasmessi ieri sera, martedì 27 maggio, hanno mostrato tutta la potenza narrativa della serie. Amy torna in ospedale, ma come “ospite”. Non può operare. Non può decidere. E deve lottare contro il giudizio dei colleghi. Come se la memoria persa fosse una colpa. Nel frattempo, un anziano paziente sceglie di rischiare la vita per amore della moglie. E Amy, nonostante le regole, dimostra che l’intuito di un buon medico non svanisce con un trauma.

Ma la vera sfida è personale. La morte del figlio Danny è un mistero. E l’ex marito Michael non vuole parlarne. Amy cerca risposte, ma trova solo silenzi. Sullo sfondo, prova a riallacciare il rapporto con la figlia Kate. È un racconto di rinascita, sì. Ma anche di dolore, di vuoti e di seconde possibilità.

Peccato che tutto questo rischi di passare inosservato. Una serie così merita tempo. Merita spazio. E invece, svanisce nel catalogo digitale come se fosse un reality qualunque. La prossima settimana andranno in onda gli episodi 5 e 6. E anche questi resteranno su RaiPlay solo per pochi giorni. È una corsa contro il tempo che molti spettatori perderanno. Doc, nella sua nuova veste, merita attenzione. Ma l’idea di renderla introvabile dopo pochi giorni non quadra. Non per una fiction che si porta dietro un nome così importante. Non per un pubblico che ha dimostrato, con Luca Argentero, quanto può affezionarsi a una storia. Chi vuole guardarla, faccia in fretta. Il tempo, stavolta, è il vero nemico.

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