Tratto da una storia vera, 13 minuti di applausi a Venezia: stasera in tv un film che fa male davvero

Stasera in tv, Rai 5 (canale 23) trasmette Opera senza autore, un film potente, sconvolgente, ispirato a una storia vera. Lo ha diretto Florian Henckel von Donnersmarck, già premiato con l’Oscar per Le vite degli altri. È il racconto di un uomo, ma anche di un Paese. Un viaggio nell’anima di un artista e nei traumi collettivi della Germania del Novecento.

Con Tom Schilling nei panni del protagonista Kurt Barnert, il film segue tre decenni cruciali: nazismo, DDR e Germania Ovest. Una vita spezzata, poi ricomposta grazie all’arte. Una tela che diventa memoria, rabbia, salvezza. Il cast è stellare. Sebastian Koch è il gelido professor Carl Seeband, il ginecologo che sfugge ai crimini del passato. Paula Beer è Ellie, la giovane che ama Kurt, ma è figlia del carnefice. Saskia Rosendahl dà il volto a Elisabeth, la zia uccisa. Una presenza che non svanisce mai.

La fotografia è firmata dal grande Caleb Deschanel. La colonna sonora, struggente, è opera di Max Richter. Il risultato è un film visivamente potente ed emotivamente spiazzante. Opera senza autore ha ricevuto due nomination agli Oscar 2019: miglior film straniero e miglior fotografia. È stato anche candidato ai Golden Globe ed è stato acclamato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tredici minuti di applausi. Meritatissimi.

Stasera in tv
Un frame di Opera senza autore, stasera in tv

Stasera in tv, un trauma che diventa arte: la storia dietro il capolavoro

Kurt è solo un bambino quando la sua adorata zia Elisabeth viene internata. La giudicano “schizofrenica”. Il regime nazista la elimina. Il dottor Seeband firma la sua condanna. Nessuno pagherà mai per quella morte. Nel dopoguerra, Kurt studia arte nella Germania Est. Subisce il peso del realismo socialista. Ma sente che non è la sua strada. Dentro di lui, qualcosa urla. Qualcosa chiede verità.

Quando si innamora di Ellie, non sa che lei è la figlia dell’uomo che ha distrutto la sua famiglia. Il professor Seeband cerca di ostacolarli. Decide persino di intervenire sul corpo della figlia, con un gesto che ha il sapore dell’eugenetica. Un passato che non muore mai. La fuga a Ovest è una rinascita. Kurt si iscrive all’Accademia d’Arte di Düsseldorf. Qui incontra il visionario professor Antonius van Verten, ispirato al vero Joseph Beuys. È il punto di svolta. L’arte diventa rifugio, ma anche confessione.

Ogni quadro di Kurt è una battaglia. Una memoria che si fa immagine. Una ferita che torna a sanguinare per essere esposta al mondo. Le sue opere raccontano ciò che la Storia ha provato a dimenticare.Il film si ispira alla vita di Gerhard Richter, uno dei più grandi pittori viventi. Ma Richter ha preso le distanze dal progetto. Ha accusato il regista di aver distorto i fatti.  Il personaggio di Seeband ricalca Heinrich Eufinger, ginecologo realmente coinvolto nelle sterilizzazioni naziste. I legami con la realtà sono evidenti, inquietanti.

Il film ha lasciato il segno. Ha influenzato altri biopic, serie e drammi storici. Ha rilanciato un modo di raccontare il passato che unisce intimità e tragedia collettiva. E ha riportato Donnersmarck al centro del cinema d’autore europeo, dopo la parentesi americana con The Tourist.

Non è un film facile. Non è una visione da sottofondo. Ma è un viaggio che ti cambia. Se ti lasci attraversare dal dolore, scoprirai la forza della verità. Anche quando fa male. Soprattutto quando fa male. Stasera in tv alle 21:14 su Rai 5, lasciati toccare da una storia che non cerca eroi, ma esseri umani feriti. Un film che brucia. Come una ferita aperta.

Lascia un commento