Solo su RaiPlay il film italiano che ha fatto piangere il Festival: una storia vera alla ‘Forrest Gump’

RaiPlay lancia uno dei titoli più intensi del cinema italiano recente: La lunga corsa, una fiaba carceraria che ha lasciato il segno al Torino Film Festival.

Il film è diretto da Andrea Magnani e interpretato da Adriano Tardiolo, già noto per Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Una produzione italo-ucraina che sovverte le regole del classico prison movie. Giovanni Calcagno, Barbora Bobulova, Nina Naboka e Gianluca Gobbi completano un cast d’eccezione, guidato da un protagonista unico: Giacinto, cresciuto tra le mura di un carcere. La lunga corsa è stata selezionata in concorso al 40° Torino Film Festival e al 26° Tallinn Black Nights Film Festival, e ha emozionato anche al Trieste Film Festival.

La pellicola racconta una storia fuori dagli schemi. Giacinto nasce in prigione. Figlio di due detenuti, cresce protetto dal secondino Jack, interpretato da Calcagno. Il carcere è il suo mondo. L’unico luogo dove si sente compreso. Alla maggiore età viene affidato a una casa famiglia, ma l’esterno lo respinge. Subisce bullismo. Non trova un suo posto. E tenta disperatamente di tornare in cella. Quel mondo chiuso è la sua vera casa. Ma il destino gli propone un’alternativa. Diventa agente penitenziario. Torna tra le stesse mura, ma da “guardia”. Da quel momento, nulla sarà più come prima.

Il film si carica di simbolismo grazie alla corsa finale. Una gara podistica che diventa metafora di liberazione, identità, rinascita. La regia di Magnani tocca il cuore. Racconta una prigione madre, non nemica. Un grembo dove rifugiarsi quando la libertà fa paura.

Barbora Bobulova è la direttrice Malin. Porta sul volto una benda nera, omaggio a John Ford e Fritz Lang. Ogni dettaglio è curato. L’ambientazione è un non-luogo astratto, girato in Ucraina ma doppiato in italiano. Questo crea un effetto straniante, onirico, poetico.

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Un film diverso da tutti: perché vederlo ora su RaiPlay

La lunga corsa non è solo un film da festival. È un racconto potente che parla a tutti. Di paura, di crescita, di libertà. Il protagonista, Giacinto, ricorda Forrest Gump nella sua purezza. Ma anche il giovane Antoine Doinel ne I 400 colpi, con quella corsa finale verso qualcosa di ignoto. La pellicola affronta temi duri con delicatezza: emarginazione, istituzioni, identità. E li trasforma in un percorso quasi spirituale.

Andrea Magnani si ispira alla sua infanzia. A quella sensazione di immobilità e attesa. E ne fa una fiaba per adulti, dove la prigione è rifugio e non condanna. Non ci sono eroi, né redenzione facile. C’è solo un ragazzo che cerca di sopravvivere al mondo. E un film che riesce a raccontarlo con tenerezza e dolore.

Su RaiPlay è disponibile gratis. E merita di essere visto oggi, ora, prima che sparisca dal radar. La lunga corsa non lascia indifferenti. È cinema italiano d’autore, umano e necessario. E può davvero cambiare il tuo sguardo sulla libertà. Se hai amato Ariaferma, Il ragazzo invisibile o Padrenostro, questo è il film che fa per te. Oggi è su RaiPlay. Domani potrebbe non esserlo più. Non perderlo.

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