Anthony Hopkins incanta (e inquieta) in Il Rito: il film da vedere stasera in tv.
Su Italia 2, stasera in tv, va in onda Il Rito, thriller paranormale del 2011 diretto da Mikael Håfström e ispirato a eventi realmente accaduti, raccontati nel libro Il rito. Storia vera di un esorcista di oggi di Matt Baglio. Una pellicola che unisce il dramma psicologico all’horror soprannaturale, sorretta in gran parte da un’interpretazione memorabile: quella di Anthony Hopkins nel ruolo di Padre Lucas, un prete esorcista che non lascia spazio all’indifferenza.
La storia segue Michael Kovak (Colin O’Donoghue), un giovane seminarista americano, mandato a Roma per frequentare un corso sugli esorcismi dopo aver maturato dubbi profondi sulla sua vocazione. Qui conosce Padre Lucas, un sacerdote veterano, esperto in possessioni e rituali, ma anche ambiguo e tormentato. Il cuore del film non è tanto l’esorcismo in sé, quanto il viaggio personale del protagonista, che si ritrova costretto a confrontarsi con ciò in cui ha smesso di credere. E proprio in questo percorso, Hopkins diventa la guida (spirituale e narrativa) capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo.
Anthony Hopkins, ne Il Rito, si allontana dalle sue interpretazioni più celebri, come quella del glaciale Hannibal Lecter, per calarsi in un personaggio umano, fragile e sorprendentemente empatico. Padre Lucas non è un prete da cartolina: fuma, ha un umorismo pungente, si espone senza filtri. Eppure, proprio questa sua umanità lo rende credibile agli occhi del protagonista e del pubblico. Hopkins non recita sopra le righe, ma dentro le crepe emotive del suo personaggio, regalando momenti di pura tensione con un semplice sguardo o una pausa nella voce. Uno dei punti di forza del film è infatti la capacità dell’attore gallese di rendere credibile l’incredibile. Le sue espressioni, la modulazione della voce, persino i gesti più piccoli, costruiscono un personaggio che non ha bisogno di effetti speciali per risultare spaventoso. L’orrore, in questo film, passa prima di tutto attraverso le sue parole.
L’ambientazione romana, con le sue chiese antiche ei vicoli intrisi di storia, aggiunge atmosfera a una narrazione che gioca molto sul confine tra fede e scetticismo. Il regista sceglie di non spingere troppo sull’orrore visivo, preferendo creare tensione con il silenzio, le ombre e le esitazioni dei protagonisti. La forza del film risiede proprio nella lotta interiore dei personaggi, più che nei momenti di paura classica. La critica si è divisa. C’è chi ha apprezzato l’approccio più riflessivo e chi lo ha trovato troppo legato ai cliché del genere esorcistico. Di certo, però, tutti concordano su un punto: Anthony Hopkins regala una delle sue interpretazioni più intense degli ultimi anni. La sua presenza basta da sola a giustificare la visione del film. E se ti piacciono le storie che parlano di fede, mistero e forze oscure, preparati a restare incollato allo schermo.
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