Il Gattopardo, perché funziona sia come film che come serie Netflix? Il segreto che lega Deva Cassel e Claudia Cardinale

Il Gattopardo è come un testo di Shakespeare: un classico che funziona sempre, da Claudia Cardinale e Alain Delon a Deva Cassel e Saul Nanni.

Quando si parla di Il Gattopardo, si parla di un’opera senza tempo, capace di adattarsi a ogni epoca e generazione. Il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, già portato sul grande schermo da Luchino Visconti nel 1963, torna oggi grazie alla nuova produzione Netflix, dimostrando ancora una volta la sua forza narrativa. Il parallelismo con Shakespeare è immediato: come le opere del Bardo, Il Gattopardo si basa su temi universali che resistono al tempo, indipendentemente dalla regia o dal cast.


La versione viscontiana aveva reso iconiche le interpretazioni di Burt Lancaster nei panni del principe Fabrizio Salina, Claudia Cardinale in quelli di Angelica e Alain Delon nel ruolo di Tancredi. Oggi, la serie Netflix ripropone questa storia con un cast rinnovato, che vede protagonisti Deva Cassel, Saul Nanni e Benedetta Porcaroli, insieme a un talento consolidato come Kim Rossi Stuart. Il messaggio, però, rimane lo stesso: i grandi classici non muoiono mai, perché raccontano emozioni e dinamiche umane che trascendono il tempo.

Proprio come accade con Shakespeare, ogni nuova interpretazione di Il Gattopardo porta con sé entusiasmi e critiche. Se la regia viscontiana aveva reso immortali alcune scene, la versione Netflix cerca un linguaggio più moderno, senza tradire l’essenza del racconto. In fondo, anche Romeo e Giulietta e Macbeth hanno conosciuto decine di adattamenti, eppure la loro potenza narrativa è rimasta intatta. La domanda, quindi, non è se la nuova serie sia all’altezza, ma quanto il pubblico sia pronto ad accoglierla senza nostalgie.

Da Visconti a Netflix: perché Il Gattopardo funziona sempre

Ci sono storie che non hanno bisogno di essere “migliorate”, perché la loro struttura è già perfetta. Il Gattopardo, proprio come le tragedie di Shakespeare, funziona sempre perché racconta il potere, il cambiamento e la decadenza con una profondità rara. La frase più celebre del romanzo – “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” – è valida oggi come ieri.

La nuova versione targata Netflix gioca su un’estetica rinnovata, puntando su un cast giovane e accattivante. Deva Cassel, figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, raccoglie il testimone di Claudia Cardinale, mentre Saul Nanni interpreta un Tancredi moderno, capace di conquistare il pubblico contemporaneo come fece Alain Delon. Al loro fianco, Kim Rossi Stuart, interprete di esperienza, dona solidità alla narrazione, esattamente come fece Burt Lancaster nella pellicola di Visconti. Benedetta Porcaroli come Concetta, poi, è semplicemente sublime.

Il Gattopardo
Deva Cassel ne Il Gattopardo

L’operazione di Netflix non è solo un omaggio, ma una dimostrazione di come Il Gattopardo possa essere riletto e reinterpretato senza perdere la sua forza. Proprio come Shakespeare, questa storia riesce sempre a trovare un nuovo pubblico, adattandosi ai tempi senza snaturarsi. Che si tratti di un film del 1963 o di una serie del 2025, la grandezza di un classico sta proprio nella sua capacità di reinventarsi. E Il Gattopardo, ancora una volta, ha dimostrato di essere eterno.

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