Timothée Chalamet verso l’Oscar: l’incoronazione di un’icona generazionale?
Questa notte potrebbe essere una storica per Timothée Chalamet. Se vincesse l’Oscar come miglior attore protagonista per A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan, sarebbe il più giovane vincitore della categoria dai tempi di Adrien Brody, di cui supererebbe il record per pochi mesi. Ma Chalamet merita davvero l’Oscar? La risposta è un netto sì, e non solo per la sua impressionante performance nei panni di Dylan. A soli 28 anni, ha costruito una carriera straordinaria, dimostrando un talento poliedrico che va ben oltre la recitazione. È un’icona della Gen Z, un fenomeno social, ma anche un attore capace di trasformarsi per ogni ruolo.
In A Complete Unknown ha cantato dal vivo, suonato la chitarra e perfino preso peso per la parte, un dettaglio che spesso conta molto nella corsa agli Oscar. La sua dedizione ricorda quella delle grandi star del passato, ma con una freschezza che lo rende unico nel panorama attuale. La sua nomination arriva dopo una carriera costellata di ruoli iconici. Da Chiamami col tuo nome, che gli ha regalato la prima candidatura a soli 22 anni, a Dune, dove ha dimostrato di poter sostenere un blockbuster con intensità drammatica. Ma Chalamet non è solo un volto bello e talentuoso: ha una presenza scenica magnetica e un’abilità camaleontica che lo rende credibile in qualsiasi contesto. Che si tratti di film indie o di kolossal, il suo marchio di fabbrica resta l’autenticità.
Timothée Chalamet vicinissimo al suo primo Oscar: tutti motivi per cui è quasi già tra le sue mani
La corsa all’Oscar di quest’anno è serrata, con Adrien Brody come principale contendente per The Brutalist. Brody, già vincitore nel 2003 per Il Pianista, ha dominato la stagione dei premi, ma Chalamet ha guadagnato terreno negli ultimi mesi, conquistando il SAG Award. Questo premio, assegnato dal sindacato degli attori, ha un peso enorme poiché molti dei suoi votanti coincidono con quelli dell’Academy. A favorire Chalamet c’è anche il cambiamento nell’industria cinematografica: il pubblico e i votanti stanno premiando un tipo di recitazione più immersiva e meno tradizionale. Se fino a pochi anni fa la trasformazione fisica estrema era un criterio quasi essenziale per vincere, oggi la naturalezza e la capacità di immedesimarsi sembrano contare di più. Il suo Dylan non è solo un’imitazione, ma un’anima viva e pulsante.

A fare la differenza potrebbe essere la strategia della Searchlight, che ha puntato fortemente sulla sua performance autentica. Chalamet ha portato la sua passione e il suo impegno anche fuori dallo schermo, esibendosi dal vivo al Saturday Night Live e sfruttando la sua influenza social per avvicinare una nuova generazione agli Oscar. La vittoria non è scontata, ma se dovesse arrivare, sarebbe più di un premio: sarebbe la consacrazione definitiva di un attore che, a 28 anni, ha già dimostrato di essere una delle star più complete della sua generazione.
