
Una nuova intelligenza collettiva è ormai ben visibile intorno a noi; evocata da milioni di giovanissimi che dal mondo intero si fanno sentire fissando le loro priorità; pretesa a tutti i costi dai trentenni che più di altri hanno subito la deriva attuale; sperata da tempo, da chi, con più anni ha comunque continuato il proprio lavoro accumulando competenza; sostenuta, infine, dai maestri che sono sempre lì al loro posto, pronti a dare una mano. Noi ci siamo, e voi?
Nicola Di Battista

Nel 1938 il grande maestro tedesco Ludwig Mies van der Rohe si trasferisce a Chicago dove rimarrà per il resto della sua vita. La sua prima residenza americana fu il Blackstone Hotel e sarà proprio in questo luogo che qualche anno più tardi, nel 1950, tenne una importante conferenza dal titolo “Architettura e tecnologia”, da cui è tratto il pensiero pubblicato in copertina.


In questo numero abbiamo uno straordinario testo di Aldo Rossi sulla formazione dell’architetto, scritto nel 1966 e rimasto fino a oggi incredibilmente inedito, segue un vero e proprio manifesto sul paesaggio di João Nunes e un omaggio di Paolo Portoghesi al fraterno amico Robert Venturi. Massimo Carmassi con un esemplare progetto di restauro dispiega tutta la sua sapienza costruttiva e ancora, Michele dall’Ongaro, Walter Angonese, András Pálffy, Bruno Vaerini, MoDus, Gnomone, Associates, Italo Lupi e Domenico De Masi.

Alle condizioni del mondo attuale, la rivista vuole proporre ai suoi lettori un punto di vista intorno alla possibilità di fare Architettura oggi nel nostro Paese.
