
Il mestiere dell’architetto per potersi dare ha bisogno di un’autorevolezza che lo sostenga, come è sempre stato; autorevolezza che per molto tempo ha trovato all’interno di una teoria capace di supportarlo. Da qualche decennio l’architetto ha rinunciato invece all’idea che la propria disciplina possa e debba manifestarsi solo all’interno di un sistema teorico che la renda trasmissibile, e quindi condivisibile, e proprio per questa ragione autorevole.
Nicola Di Battista

Queste essenziali parole del grande artista contemporaneo Enzo Cucchi suonano come una magistrale definizione dell’architettura, riportandola alla sua più concreta realtà, al suo più ancestrale desiderio di ordinare e proteggere, contro la fantasmagoria e il caos che ci circondano.


Nel terzo numero spiccano i contributi di João Nunes sul paesaggio, di Gio Ponti sull’abitare mediterraneo, di Kenneth Frampton che commenta la Biennale Freespace, di Miguel Quismondo sul suo progetto Magazzino Italian Art a New York, e poi ancora di Francesca Torzo, di Antonio Citterio e Stefano Baia Curioni.

Alle condizioni del mondo attuale, la rivista vuole proporre ai suoi lettori un punto di vista intorno alla possibilità di fare Architettura oggi nel nostro Paese.
