Serena Iansiti è il cuore di Ricciardi 3: la sua Livia è più umana e brillante che mai
Livia affronta tutte le sue fragilità con forza e malinconia, che l’attrice riesce a gestire con un equilibrio disarmante, senza eccessi. Il suo sguardo è più spento, ma mai vuoto. La sua voce rimane gentile, ma in realtà nasconde delle ferite profonde. Iansiti è brillante, in questo ruolo come non mai: l’alternanza tra fragilità e determinazione, è la vera forza del personaggio. Un’interprete capace come poche in questo gioiello della serialità italiana, dai romanzi di Maurizio De Giovanni, di mostrare la realtà dietro abiti perfetti e una perfezione di plastica. Livia è ferita, ma allo stesso tempo non si arrende e lotta Nella terza stagione il personaggio non vive per Ricciardi, non per gli uomini che l’hanno amata o manipolata. Vive finalmente per se stessa. In un panorama televisivo dove spesso le figure femminili restano schiacciate dall’eroe maschile, Livia conquista la scena senza togliere nulla a nessuno.

Offre equilibrio, spessore e un’emotività che vibra a lungo anche dopo la fine della puntata. La sua evoluzione sembra quasi un romanzo nel romanzo, un arco narrativo che Serena Iansiti plasma con precisione e sensibilità. A conti fatti, il pubblico ricorderà questa stagione per molti motivi, ma uno resterà scolpito più degli altri: Livia non è più una spalla. È il motore emotivo della serie. E Serena Iansiti, con la sua interpretazione, lo rende impossibile da ignorare
