Montalbano, nessuno vedrà mai il gran finale: la Rai bloccata da un vincolo inattaccabile

Montalbano e il finale che non vedremo mai: perché Riccardino resta un enigma televisivo.

Il commissario Montalbano continua a muovere ascolti da prima serata come pochi altri prodotti italiani. Ogni replica vola su Rai 1 e conferma un attaccamento quasi commovente del pubblico, che da anni chiede un gran finale degno di una serie entrata nell’immaginario collettivo. Eppure quel finale non arriverà. Non per una scelta editoriale improvvisa, ma per un motivo molto più profondo: Riccardino, l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, custodisce una struttura talmente particolare da rendere impossibile qualsiasi adattamento televisivo senza snaturarne l’essenza. Molti spettatori continuano a sperarlo, perché l’universo costruito dal maestro siciliano resta vivo. Eppure, proprio mentre le repliche macinano share e la Rai prolunga la programmazione, il vero capitolo conclusivo resta un libro postumo che Camilleri scrisse molti anni prima della sua pubblicazione.

Un testo che sembra chiudere il cerchio della saga letteraria, ma che solleva un muro insormontabile per la versione tv. L’ultimo ciclo di repliche dedicato al centenario di Camilleri ha confermato un’evidenza: Montalbano funziona ancora. Funziona perché Zingaretti ha dato al personaggio una vita parallela rispetto alla carta stampata, e perché Palomar e Rai hanno saputo costruire un mondo riconoscibile, familiare, quasi rituale. Molti spettatori, però, non hanno mai rinunciato all’idea di un episodio conclusivo vero, autentico, definitivo. In teoria il materiale esiste, e si chiama Riccardino. In pratica, quel romanzo rappresenta il punto di non ritorno tra due linguaggi: la scrittura libera e la televisione, vincolata alla continuità narrativa e alla credibilità scenica.

Camilleri entra in scena: il vero ostacolo che impedisce il finale tv di Montalbano

La questione non riguarda solo la morte di Andrea Camilleri, avvenuta nel 2019, o l’assenza di figure chiave della produzione come il regista Alberto Sironi. Il vero nodo è narrativo. In Riccardino Camilleri abbandona ogni filtro e scende direttamente nella storia. Non come narratore esterno, ma come personaggio. Dentro il romanzo, mentre Montalbano indaga sull’omicidio di Riccardino Lopresti, riceve telefonate dall’“Autore”. Lo stesso Autore che sta scrivendo la sua vita. Lo stesso Autore che gli parla, lo rimprovera, lo guida e lo confonde. La trama si apre, si ribalta, si osserva nello specchio.

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Luca Zingaretti in uno degli episodi della saga su Rai 1

Un gioco metanarrativo potentissimo, che sul piccolo schermo richiederebbe scelte registiche estreme: ricreare un dialogo fra Zingaretti e un Camilleri ormai scomparso, mettere in scena un personaggio che sa di essere un personaggio, rompere la quarta parete in un prodotto che ha sempre scelto un realismo quasi documentaristico. Senza tutto questo, Riccardino perderebbe la sua identità. Con tutto questo, Montalbano perderebbe la sua. Un paradosso irrisolvibile. Una storia che vive proprio perché resta sospesa Il pubblico televisivo cerca un finale preciso, chiuso, emozionante. Camilleri ha lasciato una conclusione perfetta per la versione letteraria, ma allo stesso tempo ha costruito un labirinto che impedisce alla tv di raggiungere quella stessa uscita. Riccardino diventa così un messaggio dell’autore ai suoi lettori: un commiato, un passaggio di testimone, una riflessione sul rapporto tra creatore e creatura.

Montalbano discute con chi l’ha inventato, parla con chi gli ha dato forma, chiede conto della sua esistenza. Un artificio narrativo che appartiene alla pagina, non al video. La televisione potrebbe tentare scorciatoie, ma ogni modifica tradirebbe la natura stessa dell’opera. E allora il Montalbano di Zingaretti resta com’è: compiuto ma incompleto, vivo proprio perché irrisolto. Un personaggio che non ha bisogno di un addio per restare nella memoria. Montalbano è uno dei pochi casi in cui il finale perfetto esiste, ma non può diventare realtà. La verità è che Camilleri ha costruito un epilogo impossibile da filmare senza spezzare l’incanto che ha reso grande la serie. E forse, sotto sotto, questa impossibilità è il vero gran finale.

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