I predatori: il sorprendente esordio da regista di Pietro Castellitto ora gratis su RaiPlay.
Pietro Castellitto non ha mai nascosto la sua ambizione artistica. Ma con I predatori, il suo primo film da regista, non si limita a seguire le orme paterne: le riscrive con una voce nuova, ironica e scomoda. Presentato a Venezia nel 2020 nella sezione Orizzonti e vincitore del premio per la miglior sceneggiatura, il film è ora disponibile gratuitamente su RaiPlay, un’occasione perfetta per riscoprire uno dei debutti più originali del cinema italiano recente. La Roma raccontata da Castellitto non ha eroi né vincitori. È una città che divora tutto, dove la rabbia è l’unico collante sociale. I predatori segue due famiglie agli antipodi: i Pavone, borghesi intellettuali, e i Vismara, proletari neofascisti.
A unirli non è la politica, ma un banale incidente. Da quel momento, i loro destini si intrecciano in una spirale di vendette, ipocrisie e occasioni mancate, rivelando che la ferocia non ha classe sociale. Castellitto costruisce un racconto corale, pieno di tensioni e sarcasmo. Il tono è quello della commedia nera, ma sotto la superficie si nasconde una riflessione tagliente sull’Italia di oggi: divisa, disillusa e incapace di guardarsi allo specchio.
Pietro Castellitto, un autore a tutto tondo: gratis su RaiPlay il primo film da regista
In I predatori, Pietro Castellitto firma sceneggiatura, regia e interpretazione. È il debutto di un autore che ha già un linguaggio preciso, una voce che unisce cultura e istinto. Il suo personaggio, Federico Pavone, è un giovane studente di filosofia ossessionato da Nietzsche, simbolo di una generazione colta ma smarrita. È proprio attraverso di lui che il film mette in scena lo scontro tra ideali e realtà, tra pensiero e pulsione. Figlio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, Pietro riesce a smarcarsi con una poetica personale: il suo cinema parla di contraddizioni, di famiglie che si sbranano e di uomini che non riescono a essere all’altezza del proprio tempo.
È un esordio che non cerca consenso, ma provoca e lascia il segno. Tra gli interpreti spiccano Massimo Popolizio, Vinicio Marchioni, Anita Caprioli, Antonio Gerardi e Marzia Ubaldi. Nessuna primadonna, nessun volto patinato: Castellitto sceglie attori capaci di incarnare la realtà, di renderla viva e imperfetta. Ogni personaggio è una scheggia di umanità, oscillante tra la farsa e la tragedia. La scrittura, ironica e disillusa, costruisce dialoghi brillanti e crudeli, in cui l’intellettuale e l’estremista finiscono per assomigliarsi più di quanto credano. È proprio questa la forza del film: mostrare che i veri “predatori” non sono quelli che gridano più forte, ma quelli che si nascondono dietro la maschera della rispettabilità.

Dopo il debutto veneziano, I predatori ha raccolto riconoscimenti importanti: Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura a Venezia 2020, David di Donatello e Nastro d’Argento come miglior regista esordiente, Premio Fabrique du Cinéma per il film più innovativo. La critica ha sottolineato la capacità del film di unire satira e dramma, con uno sguardo lucido e mai compiacente. Guardare I predatori oggi significa riscoprire un autore che ha portato una ventata di libertà nel cinema italiano. Castellitto racconta un’Italia fatta di contrasti, dove la cultura non salva e la rabbia è un linguaggio universale. È un film che non giudica, ma osserva. Lo fa con un’ironia corrosiva che spiazza. Su RaiPlay è possibile vederlo gratuitamente. Un’occasione rara per assistere all’esordio di un regista che ha già dimostrato di avere una visione personale e coraggiosa. La fotografia di un Paese che si guarda allo specchio e non si riconosce.
