Sandokan, la rinascita internazionale della Tigre della Malesia: il progetto che potrebbe conquistare l’America.
La nuova serie Sandokan con Can Yaman non è solo una scommessa Rai, ma una dichiarazione d’intenti: l’Italia vuole tornare al centro della serialità globale. Dietro il fascino esotico e l’eroismo romantico del pirata più celebre di sempre si nasconde infatti un progetto che guarda ben oltre i confini nazionali. Un prodotto pensato per parlare al mondo, con un linguaggio visivo e narrativo che unisce avventura, introspezione e modernità. Oggi la fiction italiana vive una nuova età d’oro. Dopo i successi di L’amica geniale, Mare fuori e Il commissario Ricciardi, la Rai alza l’asticella con una produzione di livello cinematografico. Sandokan è un ritorno alle origini del mito, ma con una potenza visiva e una scrittura da serie internazionale.
A guidare questo salto di qualità c’è Can Yaman, star turca amata in tutta Europa, che qui veste i panni del leggendario pirata con carisma, ironia e intensità. Sandokan non è ancora andata in onda, eppure già se ne parla come di un caso mediatico. Presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, la serie ha attirato l’attenzione di distributori internazionali, soprattutto americani. Non sorprende: la produzione è firmata Lux Vide, lo stesso team dietro Don Matteo, DOC e Medici – Masters of Florence, tutti titoli già esportati con successo. Ogni dettaglio del progetto è pensato in chiave globale. Dai set mozzafiato tra Lazio, Calabria, Toscana e l’isola di Réunion (che diventa il Borneo della leggenda), alle coreografie d’azione curate da team hollywoodiani. Tutto comunica ambizione, respiro internazionale e una nuova visione del racconto epico.
Sandokan verso l’America: la fiction (e Can Yaman) fanno sul serio
Anche il cast conferma la direzione cosmopolita: accanto a Yaman troviamo Alessandro Preziosi nei panni di Yanez, l’inglese Ed Westwick (il Chuck Bass di Gossip Girl) come antagonista e la giovane Alanah Bloor come Lady Marianna, una figura femminile riscritta in chiave contemporanea, forte e autonoma. Can Yaman divide la sua carriera tra Italia, Turchia e Spagna, un percorso da star internazionale che lo rende perfetto per incarnare un eroe “ibrido”, mediterraneo e universale allo stesso tempo. La sua presenza garantisce un ponte naturale tra culture diverse e mercati lontani, unendo la forza del racconto classico all’appeal delle grandi produzioni seriali.

L’idea di fondo è quella di riprogettare il mito di Sandokan come franchise internazionale, con possibili spin-off e più stagioni, in linea con le strategie delle grandi piattaforme. Un’operazione che, se ben gestita, potrebbe portare la serie non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, dove l’interesse per le produzioni italiane è in costante crescita. La nuova Sandokan nasce per riaffermare la potenza dell’immaginario italiano, proiettandolo nel futuro della fiction globale. È un progetto che miscela emozione, identità e spettacolo, e che restituisce all’Italia la capacità di creare eroi universali, non semplicemente da esportare, ma da condividere con il mondo. In fondo, Salgari l’aveva immaginato più di un secolo fa: un avventuriero libero, coraggioso e senza confini. Oggi, nella versione di Can Yaman, Sandokan torna a navigare oltre gli oceani, pronto a conquistare anche l’America. La serie andrà in onda su Rai 1 dall’1 dicembre.
