Tú sí que vales regge a fatica: non è l’addio di Gerry Scotti la più grande lacuna

Tú sí que vales: Paolo Bonolis illumina, ma il format mostra la ruggine.

Il ritorno di Tú sí que vales su Canale 5 ha confermato una certezza: il format funziona, il pubblico lo conosce, lo riconosce e continua a seguirlo. Ma a distanza di oltre dieci anni dal debutto, la prima puntata di questa nuova edizione ha messo in evidenza un problema sempre più evidente: la macchina è solida, ma scricchiola di ripetitività. La scenografia è rimasta immutata, i talenti in gara sembrano ricalcare schemi già visti e persino gli scambi tra i giudici hanno il sapore del déjà vu. Il rischio è quello di consegnare al pubblico una sensazione di “già visto” che non basta più a emozionare, soprattutto nell’epoca dell’intrattenimento veloce e sempre nuovo che domina sulle piattaforme digitali.

L’ingresso di Paolo Bonolis era la novità più attesa. La sua presenza ha generato curiosità e ha sicuramente acceso i riflettori su questa edizione. Tuttavia, la dinamica della giuria resta la stessa: i botta e risposta tra Maria De Filippi, Luciana Littizzetto, Rudy Zerbi e Sabrina Ferilli non sorprendono più come una volta. Il vero problema non è il singolo giudice, ma la formula. Dopo anni di sketch improvvisati, battutine ricorrenti e gag che strizzano l’occhio al pubblico, l’impressione è che i tempi comici siano diventati prevedibili. Non basta alternare momenti di ironia e giudizi più tecnici per rinfrescare un impianto che ha perso smalto.

Tú sí que vales: il banco dei conduttori in affanno

Anche il gruppo di conduttori, in collegamento costante con la giuria fatica a tenere il ritmo. Con personalità così ingombranti in giuria, il loro ruolo appare ridimensionato, quasi schiacciato dal confronto. Ne risulta un equilibrio fragile, che toglie energia e spinta al racconto televisivo. La vera sorpresa, paradossalmente, è stata l’assenza di Gerry Scotti. Dopo quattordici anni di presenza costante, il conduttore ha deciso di lasciare spazio, motivando la scelta con esigenze personali e il desiderio di non esporsi troppo sul piccolo schermo. Questa assenza giova in due modi: per Scotti stesso, che può dedicarsi al rilancio de La Ruota della Fortuna, evitando quella sensazione di sovraesposizione che negli ultimi anni aveva iniziato a pesargli. Per Bonolis, che ha avuto la possibilità di brillare senza ostacoli.

Tú sí que vales
Una scena dalla nuova stagione di Tú sí que vales su Canale 5

La sua energia ha oscurato tutti, persino la compostezza di Maria De Filippi e l’ironia naturale di Sabrina Ferilli. Bonolis si conferma dinamite pura: spiazza, provoca, accelera i tempi televisivi e mette in difficoltà chiunque gli stia accanto. La sua presenza non è solo un innesto, ma una scossa che, almeno per ora, salva Tú sí que vales dall’essere etichettato come vecchio. Se però Bonolis è il punto di luce, il resto della struttura resta fermo. Dopo la prima puntata è evidente che il programma continua a camminare sulle stesse binarie: stessa formula, stessi tempi, stessi rituali. Per crescere ancora, dovrebbe osare, magari rinnovando la selezione dei talenti, sperimentando nuove categorie o integrando linguaggi vicini al pubblico più giovane. Il rischio è che l’assenza di innovazione, anche con un gigante come Bonolis, porti il pubblico a percepire lo show come un prodotto “comodo”, che intrattiene senza sorprendere.

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